MENU

T3.2 Il Paesaggio fluviale del Casentino e la pianura alluvionale dell’Arno

Leonardo Lombardi, Claudia Mezzapesa, Maria Rita Gisotti, Antonio Lauria, David Fanfani

La Convenzione Europea sul Paesaggio riconosce che il paesaggio è percepito e valorizzato in base al modo in cui le persone percepiscono, interiorizzano e interagiscono le sue risorse ambientali, culturali e sociali1.

In Casentino, l’Arno e i suoi affluenti svolgono un ruolo prezioso per il territorio e ne esprimono la più intima essenza legata a tradizioni e usi che si tramandano nella storia. Fonte d’acqua, di cibo e di energia, il sistema fluviale è stato utilizzato come via di comunicazione, come confine e per funzioni difensive. Le aree perifluviali hanno storicamente ospitato una parte importante delle aree agricole del Casentino, e molte zone industriali si localizzano sulle sue sponde, un tempo per sfruttare l’energia idroelettrica, oggi destinate princi-palmente a usi industriali e commerciali senza più alcun rapporto con il fiume se non come recettore di eventuali scarichi.

Il Piano di indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (PIT_PPR)2 della Regione Toscana descrive il fondovalle del Casentino come una pianura alluvionale «ancora caratterizzata da una matrice agricola tradizionale, in parte erosa da processi di urbanizzazione residenziale e industriale/artigianale, e attraversata dall’alto corso dell’Arno. Tale sistema di pianura alluvionale si collega alle matrici forestali montane mediante importanti paesaggi agricoli tradizionali, mosaicati con le formazioni forestali, e attraversati da un denso reticolo idrografico» (Regione Toscana, 2015: 26).

Fanno parte del bacino dell’Arno aree di interesse naturalistico come il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, le Riserve Statali di Scodella, Camaldoli e Badia Prataglia, e numerosi Siti della Rete europea Natura 2000, questi ultimi quali principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità3.

Il fondovalle, tuttavia, è caratterizzato dai tessuti dell’urbanizzazione contemporanea, in particolare quelli classificati nella Carta del Territorio Urbanizzato del PIT come TPS1 (Tessuto a proliferazione produttiva lineare). Si tratta di aree produttive e/o commerciali con lotti di capannoni di grandi e medie dimensioni disposti lungo un’arteria stradale di scorrimento (ad es., l’area industriale nel Comune di Bibbiena) le cui principali criticità sono riconducibili all’alto impatto paesaggistico e visivo sull’intorno urbano e rurale-naturale, a spazi aperti interclusi e aree dismesse e/o degradate con relativo alto consumo di suolo, alla carenza e scarsa qualità degli spazi aperti pubblici, alla qualità urbana ed edilizia con strutture seriali prefabbricate prive di relazioni con il contesto e di qualsiasi qualità architettonica.

Il PIT suggerisce indirizzi per le politiche e definisce obiettivi di qualità paesaggistica e direttive che favoriscano nella pianura dell’Arno migliori livelli di permeabilità ecologica del paesaggio agricolo, che contengano i processi di urbanizzazione e artificializzazione all’interno del perimetro del territorio urbanizzato e incoraggino interventi di mitigazione dell’effetto di barriera ecologica legato alle aree urbanizzate, avviando azioni volte a salvaguardare, riqualificare e valorizzare le rive del fiume Arno.

Anche il PSIC (Piano Strutturale Intercomunale del Casentino)4 individua tra le principali strategie di sostenibilità, da perseguire lungo il fiume e gli affluenti, la rigenerazione urbana e il contenimento del consumo di suolo anche mediante la conservazione e il ripristino degli ecosistemi e della biodiversità potenziando le infrastrutture verdi e blu e la rete ecologica locale.

Recentemente in Casentino, come in altri territori, si assiste a una graduale riscoperta del valore degli ambienti fluviali e torrentizi, con l’avvio di progetti di recupero e rigenerazione di nuovi spazi creati per consentire alla comunità di godere delle sponde del fiume.

In particolare, si segnalano due importanti iniziative:

  1. Il Contratto di Fiume “Casentino H2O”5. Il progetto è nato nel 2019 per iniziativa del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e di Comuni del territorio con l’obiettivo di dar vita ad uno strumento innovativo in grado di coadiuvare il raggiungimento degli obiettivi delle direttive europee e degli strumenti di pianificazione vigenti riguardanti la tutela delle risorse acqua e suolo e la protezione dal rischio idraulico, senza rinunciare alla valorizzazione del fiume come area dedicata alle relazioni sociali, alle attività ricreative, allo sport e al turismo. Il tutto con un approccio di negoziazione tra i diversi obiettivi in gioco. Il Contratto di Fiume “Casentino H2O” è stato sottoscritto il 22 marzo 2021 come primo progetto pilota del Patto dell’Arno.
  2. La “Ciclovia dell’Arno”6. Questa infrastruttura, avviata nel 2009 grazie ad un Protocollo d’intesa tra la Regione Toscana, le Province di Arezzo, di Firenze, di Pisa, di Prato e la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, è un’infrastruttura di valore strategico per la mobilità regionale sostenibile, la qualità urbana, la difesa del territorio e per lo sviluppo economico sostenibile. La realizzazione di un itinerario ciclabile continuo, a fianco del fiume dalla sorgente alla foce, è funzionale all’obiettivo di avvicinare le comunità al fiume e ha segnato, negli anni più recenti, lo sviluppo del fondovalle dell’Arno.

A seguito di queste iniziative strutturali e multiscalari si è assistito ad un processo crescente di riappropriazione sociale e culturale degli spazi perifluviali da parte della comunità, dinamica che ha innescato anche la nascita di pratiche virtuose e collaborazioni di successo tra privati che hanno avuto impatti sia sull’economia che sugli ecosistemi fluviali (si pensi, ad esempio, al Molin di Bucchio e al progetto “Antica Acquacoltura Molin di Bucchio”).

Obiettivo per il futuro sarà quello di coniugare questo nuovo interesse con la necessità di migliorare la qualità degli ecosistemi fluviali di fondovalle e i livelli di permeabilità ecologica delle aree di pertinenza fluviale e in generale del paesaggio di pianura, anche in considerazione delle pressioni legate al consumo di suolo e alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

Nella fase di analisi della ricerca REACT, con riferimento a questo Tematismo, sono stati approfonditi i seguenti casi di studio:

  • Il Contratto di Fiume “Casentino H2O”
  • Molin di Bucchio
  • Ciclovia dell’Arno.

La tabella seguente reca l’elenco delle Strategie di intervento e delle Azioni correlate relative al Tematismo T3.2 sviluppate nelle presenti Linee Guida.

Ultimo aggiornamento

09.07.2025

Cookie

I cookie di questo sito servono al suo corretto funzionamento e non raccolgono alcuna tua informazione personale. Se navighi su di esso accetti la loro presenza.  Maggiori informazioni