Un Contratto di Fiume (CdF) è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata, utilizzato per la gestione e la riqualificazione dei bacini fluviali. Si tratta di un accordo tra diversi soggetti, come enti pubblici, privati e comunità locali, che collaborano per perseguire obiettivi comuni legati alla tutela delle risorse idriche, alla valorizzazione dei territori fluviali e alla mitigazione dei rischi idraulici1. Il Contratto di Fiume è, per sua natura, uno strumento implementabile e dinamico che evolve in risposta alle sfide e alle opportunità emergenti.
Il Contratto di Fiume “Casentino H2O” ha un ruolo importante per la gestione integrata delle risorse idriche e per il miglioramento dell’ecosistema fluviale del Casentino. Ad oggi, tuttavia, solo alcuni interventi sono stati portati a termine, come il percorso outdoor sul Corsalone o la riqualificazione paesaggistica dell’area “La Mercatella” a Raggiolo.
Per massimizzare il suo impatto è necessario non solo garantire il raggiungimento degli obiettivi già previsti, ma anche rafforzare l’efficacia e la sostenibilità degli interventi nel lungo termine.
La Strategia si propone, così, di rappresentare uno strumento di monitoraggio costante e orientamento del CdF “Casentino H2O”.
A tal proposito, sarebbe auspicabile un maggiore sforzo da parte del CdF nell’aderire ai contenuti e perseguire gli obiettivi relativi agli ecosistemi fluviali contenuti nel Piano di indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (PIT_PPR), nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Arezzo, nella Strategia regionale per la biodiversità e nella Strategia UE 2030 per la biodiversità2. Il Regolamento UE sul Ripristino della Natura (2024), strumento di importanza cruciale nel percorso di attuazione della Strategia europea per la Biodiversità al 2030, prevede di compiere maggiori sforzi «per ripristinare gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi» con l’obiettivo di riattivare gli habitat degradati per «almeno 25mila km di fiumi entro il 2030» in tutta Europa. A titolo esemplificativo, una delle misure suggerite è la redazione di un inventario delle opere artificiali che limitano la connettività fluviale (dighe, briglie, argini), identificando quelle ormai ‘inutili’, che creano più danni che benefici, e per le quali programmare e realizzare interventi di rimozione, funzionali a raggiungere l’obiettivo della ricostituzione di 25mila km di free-flowing rivers3.
Un’altra grande sfida consiste nel mantenere viva la rete di collaborazione e nel trovare nuove risorse per attuare tutti gli interventi previsti dal Protocollo d’intesa del CdF “Casentino H2O”.
In questo contesto, la presente Strategia non solo si propone di monitorare i progressi, ma anche di facilitare l’adattamento continuo del CdF “Casentino H2O”, incentivando la partecipazione attiva dei soggetti minori e delle associazioni che in passato hanno espresso scetticismo rispetto agli esiti del progetto.
Il Tavolo permanente di dialogo, istituito nell’ambito del Contratto di Fiume “Casentino H2O” come spazio di confronto tra gli attori territoriali, pur avendo svolto un ruolo cruciale nella fase iniziale, deve essere rafforzato e alimentato con nuove energie. Un approccio più inclusivo e dinamico potrebbe coinvolgere maggiormente le associazioni, i cittadini e le realtà locali, anche attraverso nuove forme di partecipazione digitale e campagne di sensibilizzazione mirate. In questo modo, si potrebbe contrastare il rischio che il CdF “Casentino H2O” diventi uno strumento a uso prevalente dell’ente promotore (Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno), garantendo, invece, una governance bottom-up realmente partecipativa.
Infine, la Strategia pone particolare attenzione al coordinamento tra i diversi stakeholder. Una mancata sinergia tra i soggetti coinvolti rischia di rendere frammentata e inefficace la gestione delle risorse. Pertanto, nel futuro il CdF “Casentino H2O” dovrebbe tendere a creare meccanismi di coordinamento più solidi e a facilitare l’accesso a nuove risorse, soprattutto per i soggetti minori, rendendo così più inclusiva e sostenibile la gestione del patrimonio fluviale.
La difficoltà dei partner meno strutturati nel reperire nuove risorse può compromettere la realizzazione delle Azioni proposte e ostacolare l’implementazione di nuove pratiche di gestione. Inoltre, la mancanza di coordinamento tra i diversi stakeholder può portare a una gestione inefficace delle risorse.
I soggetti promotori di questa Strategia potrebbero identificarsi nella Regione Toscana, nel Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno o nei Comuni della Valle. Altri soggetti interessati potrebbero essere l’Ente Parco Nazionale o l’Unione dei Comuni. I soggetti attuatori della Strategia saranno individuati sulla base delle peculiarità delle singole Azioni.
Alla Strategia S1_T3.2 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
Ultimo aggiornamento
09.07.2025