Agire sulla cura del patrimonio edilizio tutela l’autenticità e l’identità di un territorio, stimolando un senso di appropriazione/riappropriazione dello spazio pubblico da parte della comunità e contribuendo all’attrattività turistica dei luoghi. L’edilizia storica con i materiali e le tecniche della sua tradizione rappresenta un luogo di sedimentazione di significati culturali e storici del territorio ed è quindi veicolo di valenze identitarie, materiali e immateriali.
I borghi del Casentino sono caratterizzati da un tessuto urbano storicizzato connotato da linguaggi architettonici, da dettagli decorativi e da materiali coerenti.
Nel corso della fase di analisi, tuttavia, è emersa un’insufficiente attenzione nei confronti dell’edilizia storica. A causa di una carente consapevolezza dell’importanza della tradizione costruttiva locale, molti interventi recenti sul costruito si sono tradotti in operazioni ordinarie che hanno modificato i caratteri distintivi dei luoghi.
Ad esempio, nel borgo storico di Poppi, dove il tessuto edilizio si articola armonicamente nei celebri portici connettendo le emergenze architettoniche dell’Oratorio della Madonna del Morbo con l’Abbazia di San Fedele, si osserva un’alterazione dei caratteri architettonici delle facciate storiche con perdita di dettagli e lavorazioni materiche che connotavano l’architettura. Parimenti, in altri borghi è stato rilevato che molti edifici hanno perso la tradizionale copertura in pietra naturale a favore delle tegole in laterizio (marsigliesi) o hanno visto la sostituzione di infissi con materiali non appartenenti alla tradizione storica del luogo (PVC). Tali criticità, purtroppo generalizzate, si presentano in modo più evidente e diffuso nelle aree non soggette a vincolo paesaggistico.
Il Piano Strutturale Intercomunale del Casentino (PSIC), recentemente pubblicato, elabora diverse strategie, tra cui “Abitare il Casentino”, che si concentra sul riuso, la rigenerazione, la manutenzione del patrimonio edilizio e la sua riqualificazione sia energetica che architettonica.
Nella Relazione Generale del PSIC, una delle strategie riguarda “Identità e Appartenenza”, con particolare riferimento alla “Tutela e valorizzazione dei sistemi insediativi storici”. Per garantire la “Tutela della Città Storica”, il PSIC utilizza il Piano Operativo Comunale (POC), attualmente ancora non consultabile in molti Comuni del Casentino, insieme ad altri strumenti regolamentari per sostenere la salvaguardia del patrimonio storico e culturale1. Il POC intende anche stabilire un quadro normativo omogeneo per gli interventi di efficientamento energetico sul patrimonio di valore, cercando di armonizzare gli obiettivi di qualificazione edilizia con la necessaria tutela dei valori storico-architettonico-testimoniali. Tuttavia, al momento non sono state individuate misure specifiche per la conservazione delle superfici architettoniche, né indicazioni riguardo al colore delle facciate, ai materiali e alle tecniche artigianali della tradizione costruttiva locale.
In questo contesto, la Strategia propone la redazione di un “Vademecum per il recupero e la valorizzazione dei borghi storici del Casentino”, uno strumento finalizzato a soddisfare le esigenze di conservazione del patrimonio edilizio storico dei borghi della Valle integrando innovazione funzionale, efficienza energetica e gestione sostenibile delle risorse. Il tema proposto connette diverse scale d’intervento, dalla scala dell’edificio a quelle dell’insediamento e del paesaggio urbano, su cui impatta ogni scelta inerente al singolo manufatto.
Il Vademecum aspira a conseguire tre obiettivi: (1) documentare e catalogare il patrimonio espresso dai borghi del Casentino, (2) fornire supporto conoscitivo, in forma di raccomandazioni e suggerimenti, per preservare la memoria e l’autenticità delle superfici architettoniche degli edifici (pavimenti e selciati storici, facciate e coperture) e degli spazi pubblici, e (3) rappresentare un terreno di confronto comunitario e di sperimentazione di modalità di intervento di recupero e attualizzazione.
Il Vademecum è concepito come uno strumento con contenuto digitale implementabile, frutto di un’esperienza collaborativa, risultato di un processo di co-progettazione e collaborazione tra enti, professionisti e comunità locali. I processi partecipativi, gestiti da professionisti specifici, saranno fondamentali nell’implementazione della Strategia, affinché la comunità possa concorrere attivamente al processo decisionale maturando una piena consapevolezza delle relazioni tra gli obiettivi di conservazione e i mezzi per raggiungerli.
Il Vademecum dovrebbe essere anche alimentato da esperienze sul campo e laboratoristiche volte alla sperimentazione di innovative tecniche di restauro (A5_S3_T4.1 “Creazione di un Laboratorio digitale dei materiali e delle tecniche tradizionali del Casentino”; A6_S3_T4.1 “Utilizzo didattico dei borghi casentinesi in abbandono”).
Dal punto di vista operativo, il successo della Strategia dipenderà da un’analisi approfondita delle tipologie edilizie e dei caratteri costruttivi presenti nei borghi storici della Valle. Questa analisi permetterà di comprendere appieno la loro varietà e le stratificazioni che ne caratterizzano l’evoluzione nel tempo. È fondamentale capire cosa conservare, evitando un approccio retrospettivo che privilegi le fasi storiche più antiche, il quale risulterebbe riduttivo e poco rappresentativo della complessità architettonica e della storia dei luoghi. L’obiettivo è di radicare gli interventi nella contemporaneità, interpretando il contesto e il manufatto storico in chiave evolutiva. Il Vademecum non si propone come un documento prescrittivo, ma come un repertorio vivo e aggiornabile, capace di accompagnare con consapevolezza le trasformazioni del patrimonio edilizio storico nel rispetto della sua identità.
Potenziali soggetti promotori di questa Azione potrebbero essere la Regione Toscana, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani Sez. Reg. Toscana (ANCI Toscana), Unione dei Comuni Montani del Casentino.
Alla Strategia S3_T4.1 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
Ultimo aggiornamento
11.07.2025