Giovanni Belletti, Matteo Mengoni
La Strategia si colloca nell’ambito dello sviluppo di competenze professionali finalizzate a valorizzare le risorse specifiche del paesaggio culturale di un territorio, promuovendo un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile. In particolare, si punta alla formazione di figure in grado di facilitare la costruzione di reti tra attori pubblici, privati e della società civile, per avviare e coordinare progetti e processi di sviluppo territoriale basati sul paesaggio culturale del Casentino, nelle sue dimensioni materiale e immateriale.
La Strategia risponde alla necessità di potenziare il capitale sociale e fisico locale, non solo preservando le risorse (patrimonio culturale, biodiversità, prodotti di origine, saperi tradizionali), ma anche mobilitandole, connettendole e mettendole a sistema, così da generare impatti in termini economici, sociali e sulla qualità della vita.
Le risorse specifiche del paesaggio culturale possono diventare l’elemento catalizzatore di processi di sviluppo economico, sociale e territoriale, basati su un’agricoltura multifunzionale di qualità, la diversificazione delle attività economiche e la costruzione di un’immagine capace di creare uno specifico vantaggio differenziale a lungo termine. Gli attori locali svolgono un ruolo chiave nel preservare e mobilizzare queste risorse, ma spesso hanno difficoltà ad attivarsi e ad apprezzare le potenzialità delle risorse locali; di conseguenza, non beneficiano (se non limitatamente) di queste risorse in termini economici, di opportunità di lavoro e, più in generale, di qualità della vita. L’attivazione di un circolo virtuoso di sviluppo inclusivo e sostenibile basato sulle risorse specifiche locali richiede competenze appropriate a livello sia di imprese che di altri attori pubblici e privati presenti nelle aree rurali, attivando un’interazione sistemica tra questi e il mondo della ricerca, dell’istruzione e della formazione.
In numerose esperienze di rigenerazione e valorizzazione del patrimonio culturale, attive in Casentino o in altre aree interne, si rileva l’importanza fondamentale di figure capaci di facilitare le connessioni tra gli attori del territorio, sia di natura privata che pubblica e associativa e di promuovere e sostenere l’elaborazione di progettualità collettive. Talvolta queste figure si formano in modo spontaneo, grazie all’esperienza e a doti personali innate; la nascita di queste figure non può, tuttavia, essere lasciata al caso, ma diventa necessario promuovere la loro formazione e garantirne la presenza sul territorio.
La Strategia intende rispondere alla carenza di attori capaci di svolgere il ruolo di catalizzatori di risorse e relazioni, di ponte tra i vari soggetti e operatori territoriali, pubblici e privati, e di attivatori di processi di sviluppo endogeno territoriale, ma anche di intercettare risorse e supportare imprese e comunità nella redazione e gestione di progetti.
Più in particolare, mira alla creazione e al rafforzamento di competenze di figure denominabili “dinamizzatori territoriali” (S1_T1.1 “Sviluppo di un sistema di governance territoriale per lo sviluppo rurale, l’agricoltura e il cibo“ e S5_T2.1 “Promozione di reti tra organizzazioni comunitarie e con soggetti di altra natura che svolgono attività a impatto rigenerativo sul territorio”), ovvero attori in grado di facilitare processi di valorizzazione territoriale sostenibile basati sul paesaggio culturale attraverso l’attivazione del capitale sociale e fisico e delle risorse territoriali disponibili.
Il dinamizzatore territoriale è una figura in grado di progettare, animare e coordinare: (1) forme locali di articolazione tra le risorse del territorio, la società e l’economia locale, applicando un approccio di sviluppo territoriale basato sulla sostenibilità e sull´inclusione, (2) sistemi locali di governance territoriale, mobilitando conoscenze e buone pratiche rivolte a promuovere forme di dialogo e interazione e a costruire reti e alleanze con attori esterni, (3) piani di marketing territoriale, applicando metodologie che consentano alle aziende locali di accedere ai mercati in modo competitivo, sostenibile e inclusivo, e altri processi endogeni di sviluppo territoriale.
La Strategia mira alla progettazione e sperimentazione di un percorso di formazione innovativo, basato sull’integrazione delle conoscenze teoriche e pratiche, che possa essere rivolto sia a studenti di livello universitario (livello magistrale) che ad attori del territorio che già operano in questa logica.
Una attenta riflessione va sviluppata circa la scala efficiente di realizzazione di questa Strategia, che potrebbe essere riferibile a un ambito più ampio del solo territorio del Casentino.
La Strategia è ispirata, tra le altre, al progetto SUS-TER1 e all’omonimo Corso di perfezionamento2 tenuto nell’Anno Accademico 2021/22 presso l’Università di Firenze.Un altro esempio significativo è il mentore dei Circoli di Studio (CdS), figura professionale che possiede competenze elevate e multidisciplinari, definita nell’ambito del Progetto “Study Circles” (A3_S1_T2.3 “Realizzazione di interventi di educazione degli adulti collegati al paesaggio culturale e al patrimonio immateriale”) e adesso riconosciuta nell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni3 e classificata tra gli Esperti della progettazione formativa e curricolare. Il mentore svolge un ruolo cruciale in tutte le fasi del processo di costruzione e implementazione dei CdS, a partire dall’analisi dei bisogni formativi, facilita l’apprendimento autodiretto e le dinamiche di gruppo, mobilitando risorse e relazioni e soprattutto facilitando l’attivazione di progetti di interesse comune, valorizzando il patrimonio culturale e le tradizioni del territorio. Le competenze del mentore dei Circoli di Studio sono simili a quelle dei dinamizzatori territoriali, in quanto entrambi agiscono come facilitatori e catalizzatori nei processi di sviluppo locale. Pertanto, investire nella formazione di mentori/dinamizzatori territoriali rappresenta una strategia chiave per promuovere uno sviluppo locale partecipativo e sostenibile.
La piena realizzazione di questa Strategia incontra alcuni ostacoli di rilievo, il cui superamento richiede un approccio strutturato e condiviso. In primo luogo, la formazione e il riconoscimento professionale dei dinamizzatori territoriali necessitano di un inquadramento chiaro e istituzionalizzato nel mercato del lavoro, al fine di evitare la dispersione di competenze acquisite e garantire continuità d’azione. In secondo luogo, la dimensione geografica evidenzia come la scala esclusivamente casentinese possa risultare limitante, rendendo auspicabile un ampliamento territoriale per aumentare l’impatto e la sostenibilità dell’intervento. Ulteriore attenzione va prestata all’integrazione con gli attori locali (imprese, enti di formazione, associazioni, amministrazioni pubbliche), poiché la mancanza di forme di collaborazione strutturata rischia di rallentare la traduzione operativa delle progettualità. Infine, la sostenibilità economica rappresenta un fattore cruciale: l’implementazione di percorsi formativi innovativi, nonché il mantenimento di figure professionali dedicate, implica la necessità di risorse adeguate e di un modello di finanziamento stabile nel medio-lungo periodo, così da assicurare un’azione continuativa e incisiva nel tessuto territoriale.
I promotori di un corso di formazione per dinamizzatori territoriali potrebbero identificarsi nell’Unione dei Comuni, GAL, oppure, su scala più ampia e forse più pertinente, Anci Toscana e la stessa Regione Toscana. Mentre i soggetti interessati all’inserimento di questa figura potrebbero essere lo stesso GAL, l’Ecomuseo del Casentino, le associazioni di categoria, altri enti pubblici locali. La realizzazione del corso potrebbe coinvolgere dipartimenti universitari interessati, agenzie formative del territorio, le scuole e istituti di formazione, ma anche maestri artigiani e professionisti del territorio.
Alla Strategia S3_T2.3 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
Ultimo aggiornamento
09.07.2025