L’Ecomuseo del Casentino nasce alla fine degli anni Novanta su iniziativa della Comunità Montana del Casentino, con il supporto di finanziamenti comunitari, in particolare i programmi LEADER II e LEADER PLUS1. Dal maggio 2002, la gestione dell’Ecomuseo è passata al Servizio CRED (Centro Risorse Educative e Didattiche) della Comunità Montana e, dal 2012, all’Unione dei Comuni Montani del Casentino2. La forte sinergia con il CRED (S1_T2.1 “Rafforzamento del Patto Educativo Territoriale del Casentino“) anche per l’attuazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne, evidenzia l’impegno educativo dell’Ecomuseo attraverso il coinvolgimento della comunità territoriale nelle sue diverse forme associative. L’Ecomuseo vanta infatti una fitta rete di relazioni tra gli attori interessati alla salvaguardia del patrimonio culturale locale.
Nel tempo, l’intensità della partecipazione e degli attori coinvolti è cresciuta e si è andata strutturando la rete di organizzazioni culturali che continua tutt’oggi a promuovere, curare e valorizzare gli aspetti della cultura casentinese, integrando le proprie attività anche all’interno di programmazioni interterritoriali. Molte delle attività culturali sono rese possibili proprio grazie alle numerose associazioni culturali e al personale volontario che contribuisce alla gestione delle ‘antenne’ dell’Ecomuseo e sulla realizzazione degli eventi3.
L’Ecomuseo del Casentino rappresenta una esperienza rilevante e innovativa per il recupero e la valorizzazione dei saperi tradizionali del Casentino.
Nonostante questo riconosciuto ruolo di catalizzatore di iniziative comunitarie funzionali alla salvaguardia dell’identità e dello sviluppo sostenibile della Valle, l’Ecomuseo si trova ad affrontare alcune sfide rilevanti tra cui il rinnovamento generazionale all’interno delle associazioni che da sempre hanno contribuito alle attività, e il bisogno di una migliore formazione per gli operatori e di una più puntuale capacità di progettazione condivisa dei diversi attori.
La presente Strategia mira proprio a rafforzare le competenze di progettazione condivisa all’interno della rete dei soggetti dell’Ecomuseo del Casentino. La Strategia si implementa attraverso l’aumento del grado di interazione con la comunità locale e il potenziamento delle forme di gestione partecipata, invitando anche i giovani a farne parte mediante eventi specifici, anche in sinergia con il mondo della scuola. Sebbene alcune collaborazioni siano consolidate, è evidente l’esigenza di sviluppare percorsi educativi stabili e integrati al curricolo, soprattutto per la scuola secondaria di II grado.
Fra le Azioni proposte, particolare rilevanza è stata data alla progettazione condivisa, intesa come processo collaborativo volto alla definizione e realizzazione di servizi e attività, e, nel contempo, azione di promozione e sostegno di reti di apprendimento reciproco. Questo approccio si fonda sulla condivisione di risorse e competenze, al fine di rispondere in maniera più efficace ai bisogni della comunità, rafforzando il legame tra cittadini e territorio4 e tra cittadini per individuare obiettivi comuni e ottimizzare risorse, creando sinergie. Inoltre, le Azioni prendono ispirazione da buone pratiche già sperimentate, come il modello del Circolo di Studio (CS)5, un dispositivo pedagogico di educazione non formale degli adulti, ampiamente riconosciuto per la sua capacità di essere inclusivo e orientato alla comunità. Allo stesso modo, anche il Service Learning (SL)6 si identifica come un dispositivo di successo nell’integrazione di pratiche partecipative e di valorizzazione del territorio.
I soggetti su cui la Strategia intende far leva per la promozione di metodologie educative innovative capaci di potenziare l’interazione, all’interno della comunità locale e verso l’esterno, sono prioritariamente gli operatori dell’Ecomuseo, gli insegnanti e gli studenti delle scuole della Valle nonché i membri delle diverse associazioni che fanno parte della rete dell’Ecomuseo con particolare attenzione anche all’associazionismo giovanile.
Alla Strategia S1_T2.3 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
Ultimo aggiornamento
09.07.2025