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Considerazioni conclusive

“Creare sviluppo sostenibile rigenerando risorse locali attraverso azioni comunitarie” è il motto – già richiamato in Premessa – che ha ispirato la ricerca REACT e che ne sintetizza obiettivi, approccio e modalità di lavoro. Anche la presente Guida Strategica è stata ispirata da questa visione, interpretando la rigenerazione sostenibile del paesaggio culturale come possibile leva di sviluppo comunitario e territoriale nelle aree interne.

Questa Guida, per la natura dell’oggetto trattato e per l’approccio culturale ed emotivo che ne ha orientato l’elaborazione, non poteva essere concepita come uno strumento ‘pronto all’uso’, da applicare indistintamente a qualsiasi area interna. Il paesaggio culturale, infatti, è un concetto generale che assume in ogni territorio caratteristiche specifiche e spesso del tutto uniche. Attivarlo come leva di sviluppo richiede un approccio sensibile a tale diversità, capace di riconoscerne le peculiarità e di adattarsi alle condizioni locali. Allo stesso tempo, la filosofia che ispira la Guida è orientata a mettere al centro le persone nei territori, riconoscendo che ogni individuo è portatore di propri valori, obiettivi e aspettative. Questi elementi devono trovare sintesi nell’azione comunitaria e orientare qualsiasi strategia di sviluppo che aspiri a essere sostenibile e inclusiva.

Questa Guida è stata concepita come uno strumento di stimolo alla riflessione e all’azione degli attori locali, chiamati – con l’affiancamento dei ricercatori – a intraprendere un percorso consapevole di costruzione di una strategia territoriale per la rigenerazione sostenibile del proprio paesaggio culturale. In questa breve Sezione conclusiva si sottolineano alcuni aspetti metodologici chiave.

Il primo è l’importanza di strutturare in modo organizzato e coerente la strategia territoriale e il percorso per la sua definizione. Una strategia territoriale non può essere costruita in modo improvvisato. Essa richiede una attenta ricognizione dell’esistente e delle dinamiche che lo hanno determinato, l’identificazione di risorse umane e materiali, la definizione di un sistema di governance e di responsabilità, l’utilizzo di tecniche adeguate che permettano la partecipazione effettiva ed efficace degli attori locali.

Un secondo aspetto è l’importanza della relazione tra mondo della ricerca e sistema degli attori del territorio: privati, associativi e pubblici. Rigenerare in modo sostenibile il paesaggio culturale richiede innovazione e nuove conoscenze, le quali però non possono essere calate dall’altro, ma si devono integrare con i saperi locali. Realizzare un dialogo e una osmosi tra questi due mondi è un fattore decisivo.

Un terzo aspetto riguarda la rilevanza del capitale umano e della sua formazione. Nelle aree interne l’impoverimento del capitale umano, legato ai processi di esodo giovanile e di invecchiamento della popolazione, e favorito talvolta da una certa chiusura verso l’esterno, rappresenta spesso l’ostacolo principale non solo per l’attuazione, ma anche per l’elaborazione di una strategia territoriale. L’animazione degli attori del territorio e la creazione di occasioni formative pertinenti sono, così, oltremodo necessarie.

Un quarto aspetto riguarda la necessità di costruzione di reti. Reti interne al territorio, tra i diversi attori, necessarie per conseguire quelle economie di scala e di scopo che sistemi frammentati – come quelli che caratterizzano di norma le aree interne – non possono conseguire su base individuale. Si tratta di reti tra attori privati, certamente, ma anche reti tra attori pubblici, e tra attori pubblici e privati, nonché reti tra soggetti locali ed extra locali. Nella logica dei modelli di sviluppo neo-endogeno tali reti dovrebbero evitare ripiegamenti su sé stesse e permettere contaminazioni positive con l’esterno così come la costruzione di alleanze strategiche basate su valori e visioni condivise.

Un quinto aspetto riguarda la capacità di interfacciarsi e ‘approfittare’ delle opportunità offerte dalle politiche che possono interessare, a vari livelli, le differenti componenti del capitale territoriale. La scarsa disponibilità di risorse rappresenta un ostacolo importante per l’elaborazione e soprattutto l’attuazione di una strategia territoriale. Spesso, però, è la mancanza di visione e di idee operative e cantierabili che non permette di beneficiare di risorse che potrebbero essere disponibili.

Infine, un ultimo aspetto riguarda la natura ciclica e iterativa dell’elaborazione strategica. Una strategia territoriale devo evolvere e adattarsi costantemente, sia per rispondere all’evoluzione del contesto esterno – come i mutamenti di scenario o l’emergere di nuove conoscenze e tecnologie – sia per intercettare i cambiamenti nelle esigenze degli abitanti. Allo stesso tempo, deve saper apprendere dai propri errori e dai propri successi, alimentando un processo continuo di miglioramento. Per questo la valutazione degli effetti delle strategie e delle azioni messe in campo rappresenta un aspetto chiave per il miglioramento e deve alimentare la riflessione degli attori.

L’auspicio degli autori è che questa Guida Strategica possa rappresentare non solo uno strumento operativo, ma anche una fonte di ispirazione per tutti coloro – organizzazioni comunitarie, istituzioni locali, soggetti del mondo della ricerca – che siano interessati ad intraprendere percorsi di rigenerazione del paesaggio culturale in un’area marginale.

In un tempo in cui le sfide territoriali richiedono visioni condivise, capacità di cooperazione e attenzione ai valori identitari, essa aspira ad offrire un contributo per promuovere approcci consapevoli, inclusivi e sostenibili, capaci di valorizzare le risorse locali e di attivare processi generativi a beneficio delle comunità.

La Guida non offre soluzioni preconfezionate, ma propone un quadro aperto e adattabile, capace di accompagnare i territori in percorsi di rigenerazione costruiti dal basso, fondati sulla conoscenza condivisa, sulla collaborazione tra attori diversi e sulla valorizzazione delle specificità locali.

Ogni comunità potrà interpretarla secondo le proprie esigenze, aspirazioni e visioni, trasformandola in uno strumento vivo, capace di orientare l’azione locale e di sostenere i percorsi di sviluppo.

Ultimo aggiornamento

27.11.2025

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