La promozione di opportunità di partecipazione associativa e coinvolgimento nei processi decisionali è un elemento cruciale per il successo delle politiche di sviluppo delle aree interne. L’attivismo sociale può favorire un senso di appartenenza e di attaccamento al territorio, aumentando la propensione a rimanere tra i giovani che sono già attivi nelle organizzazioni locali (Sonzogno, Urso & Faggian, 2022) e sviluppare idee imprenditoriali e di sviluppo economico del proprio territorio. È importante, così, promuovere iniziative capaci di favorire l’attivazione dei giovani attraverso adeguate forme di ascolto e il loro diretto coinvolgimento.
Un lavoro di ricerca condotto da “Riabitare l’Italia” ha indagato i bisogni dei giovani che vogliono contribuire alla vita nelle aree interne, coinvolgendo, in fasi diverse, circa 3.300 partecipanti. La fase finale del progetto ha visto la formulazione di 15 proposte per il futuro, da parte di oltre 400 soggetti tra giovani under 40, associazioni, università, imprese e cooperative. Tra queste emergono azioni di orientamento alla formazione professionale specifica capace di cogliere le vocazioni territoriali e lo sviluppo di percorsi di connessione formazione-lavoro a livello territoriale. Si rileva, inoltre, l’esistenza di una ‘restanza consapevole e attiva’ insieme alla coscienza dell’importanza di progettare il proprio futuro nella consapevolezza degli ostacoli e degli imprevisti presenti (Riabitare l’Italia, 2022). Sono fattori determinanti sia la presenza di luoghi di incontro e socializzazione, sia la creazione di spazi di coworking capaci di generare, potenzialmente, fenomeni di “digitalizzazione del lavoro” (IRPET, 2024) come lo smart working o il south working1, verso un possibile “inland working”.
Una buona pratica è rappresentata dall’esperienza del Comune di Castelbuono, in Sicilia, in cui 150 persone sono tornate nel proprio paese di origine pur continuando a prestare servizio per aziende del Nord o all’estero attraverso la creazione di tre spazi di coworking, nati dalla collaborazione tra il Comune e alcune associazioni (Zucaro et al., 2024: 23).
A livello di attivazione dei giovani sul piano economico-produttivo, in Casentino si rileva una scarsa aderenza dell’offerta pubblica rivolta all’imprenditoria giovanile rispetto alla domanda e ai bisogni provenienti dal tessuto giovanile (assenza di incubatori).
La presente Strategia si focalizza sul coinvolgimento della popolazione giovanile nel tessuto socioeconomico e culturale del territorio, prefigurando Azioni di formazione e accompagnamento al lavoro, in linea con le vocazioni produttive locali, con la valorizzazione del patrimonio culturale, con l’esigenza di ampliare le opportunità di servizi socioeducativi.
Ha come obiettivi la promozione della partecipazione attiva dei giovani e la loro integrazione nei processi decisionali locali (S1_T2.1 “Rafforzamento del Patto Educativo Territoriale del Casentino“ e Azione A2_S3_ T2.1 “Formalizzazione degli strumenti di gestione del Patto e dei Tavoli”) e la creazione di opportunità di imprenditorialità giovanile connesse alle risorse locali.
Tra i possibili ostacoli che la Strategia potrebbe incontrare, occorre menzionare l’insufficiente motivazione dei giovani a partecipare alle iniziative formative proposte. Si ritiene, pertanto, che una parte centrale della Strategia debba riguardare l’implementazione di campagne di sensibilizzazione e promozione attiva delle iniziative che prevedano il loro diretto coinvolgimento (S3_T.2.1 “Progettazione e attivazione di percorsi di formazione all’imprenditoria comunitaria rivolti agli operatori del Terzo Settore e del mondo dell’associazionismo”).
I soggetti promotori della Strategia e delle Azioni connesse, potrebbero essere: l’Unione dei Comuni Montani del Casentino, i singoli Comuni, la Conferenza per l’educazione e l’istruzione, mentre i soggetti attuatori si potrebbero individuare in Officine Capodarno, associazioni di categoria, scuole e istituti di formazione, agenzie formative.
Alla Strategia S1_T2.2 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
Ultimo aggiornamento
08.07.2025