I servizi educativi territoriali sono finalizzati alla promozione dell’inclusione, a sostenere la qualità educativa e il benessere sociale, a ridurre le disuguaglianze sociali e a migliorare l’accesso all’educazione. La capacità dei servizi di intercettare e rispondere adeguatamente alle esigenze specifiche di una comunità ne determina il livello di dinamicità e di innovazione.
Servizi educativi territoriali innovativi, connessi ad un sistema di welfare efficace o a misure di fiscalità di vantaggio, possono contribuire a rivitalizzare o rendere maggiormente attrattivi territori a rischio di spopolamento1. Il tema del welfare di comunità è strettamente connesso alla necessità di dotare le aree interne di servizi educativi adeguati a supportare la permanenza di famiglie giovani e ad attrarre nuovi residenti. La creazione (o più propriamente il rinnovamento di servizi esistenti) e la gestione di questi servizi richiedono l’avvio e il potenziamento di attività imprenditoriali specifiche, capaci anche di valorizzare e rigenerare le risorse territoriali.
Nelle aree marginali, la presenza di un sistema di servizi educativi innovativi si potrebbe inserire in un processo più ampio di valorizzazione e rigenerazione del paesaggio culturale del territorio in termini di integrazione di attività educative con l’habitat naturale, sociale e culturale. Esempi di servizi educativi innovativi capaci di promuovere un legame più forte tra le comunità e il loro ambiente possono essere: servizi per l’infanzia integrati nell’habitat naturale, asilo-nido familiare, asilo nel bosco, esperienze di turismo scolastico esperienziale (già presenti e da rafforzare), summer school, ecc., ma anche forme di collaborazione pubblico-privato2.
Inoltre, anche il potenziale recupero e riqualificazione di spazi esistenti, come scuole dismesse o edifici rurali, rappresentano opportunità per restituire nuova vita a luoghi simbolo della memoria storica del territorio (T4.2 “Restauro e valorizzazione di edifici storici, civili e religiosi”). In questo modo, il paesaggio culturale non solo sarebbe visto come un bene comune da conservare, ma diventerebbe anche un elemento centrale dell’attrattività del territorio, rendendo l’esperienza educativa un’opportunità di immersione nella storia e nelle tradizioni locali.
La Strategia mira a supportare la costruzione in Casentino di un sistema di servizi educativi innovativi territoriali volti ad attrarre nuovi abitanti (ad es., famiglie con bambini) e mitigare l’abbandono del territorio, rendendo il contesto più attrattivo e dinamico.
La creazione di un sistema di servizi educativi innovativi in un’area interna, come il Casentino, soggetta a spopolamento, rappresenta una sfida significativa e di cambiamento. Risulta fondamentale partire dall’esistente e dai bisogni del territorio, mappando e valutando servizi e benefici degli stessi. L’implementazione della Strategia e la sua sostenibilità economica a lungo termine richiedono risorse finanziarie adeguate e la capacità di intercettare finanziamenti esterni come fondi europei, nazionali e regionali e sponsorizzazioni private3. Un altro potenziale ostacolo è la carenza di infrastrutture idonee, ma è possibile affrontarlo attraverso la riqualificazione di spazi esistenti e l’ottimizzazione delle risorse già disponibili. Infine, per evitare che alcune aree del territorio rimangano escluse, bisognerà garantire che i servizi siano accessibili anche nelle zone più marginali della Valle, magari con soluzioni di trasporto integrato.
Alla Strategia S2_T2.2 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
Ultimo aggiornamento
08.07.2025