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S4_T4.1 Miglioramento degli spazi di relazione e creazione di nuove opportunità di socializzazione

Gli spazi di relazione possono essere considerati incubatori di valori comunitari: luoghi in cui si svolge la vita quotidiana e sociale, scenari privilegiati in cui la comunità si rappresenta e, al tempo stesso, esprime le proprie contraddizioni. Per chi li vive, questi spazi assumono un significato che va ben oltre la loro dimensione fisica, diventando territori di senso e appartenenza.

In contesti segnati da spopolamento, isolamento geografico e scarsità di servizi, gli spazi di relazione diventano una risorsa fondamentale per contrastare la solitudine, alimentare la coesione sociale, preservare l’identità locale e rinsaldare il senso di appartenenza ai luoghi.

Nei paesi del Casentino, che variano per grandezza, altitudine e numero di abitanti, gli spazi di relazione spesso risultano poco frequentati e, in molti casi, trascurati (PSIC, Relazione 01, 2023).

L’analisi sul campo ha evidenziato che, accanto alla carenza di luoghi di aggregazione, la dimensione della socialità e della partecipazione si sta gradualmente indebolendo, soprattutto nei giovani, riflettendo una crescente frammentazione del tessuto sociale. Inoltre, attraverso le diverse iniziative di dialogo attivate nel corso della ricerca REACT, è emersa una peculiare carenza di rapporti di collaborazione tra le tante associazioni culturali operanti nella Valle.

In alcune aree interne del nostro Paese sono state attuate interessanti iniziative incentrate sul recupero degli spazi di relazione. La Strategia propone di adattare criticamente queste esperienze alla realtà casentinese, selezionando e contestualizzando gli interventi più efficaci e compatibili con le specificità locali. L’obiettivo non attiene solo al recupero degli spazi di relazione esistenti, ma anche alla creazione di nuove opportunità di socializzazione, capaci di offrire un contributo alla rivitalizzazione delle comunità della Valle.

La Strategia, partendo dalla considerazione che i modelli di governance e le politiche sul tema degli spazi di relazione richiedono approcci e modalità creative, innovative e integrate, propone una serie di Azioni tra loro complementari, capaci di attivare forme di collaborazione tra soggetti interni ed esterni al territorio casentinese. Al centro di questo approccio vi è l’importanza del coinvolgimento attivo della comunità, che diventa fondamentale per raccogliere e valorizzare memorie e tradizioni locali e per promuovere e orientare interventi partecipati e condivisi.

Le Azioni affrontano una varietà di temi con approcci e obiettivi diversi, mirando a stimolare processi e progetti di rigenerazione del paesaggio culturale. Esse fanno leva sulla centralità degli spazi di relazione, offrendo una visione alternativa per vivere il territorio.

Tali Azioni, per il loro potenziale trasformativo, potrebbero assumere una forza e una rilevanza tali da costituire Strategie autonome, contribuendo in modo significativo al rilancio sociale e culturale della comunità.

Si suggerisce che nel loro attuarsi le Azioni tengano conto delle potenzialità offerte dai partenariati pubblico-privati per finanziare e gestire progetti di riqualificazione del patrimonio esistente.

Sarà essenziale per ogni Azione considerare le ‘vocazioni’ specifiche di ciascun ambito di intervento, valutando la fattibilità delle iniziative in relazione ai luoghi.

Alla Strategia S4_T4.1 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:

P1. Conoscenza

P2. Recupero

P3. Salvaguardia

P4. Valorizzazione

P5. Governance

P6. Coesione sociale

P7. Dotazioni di servizi

P8. Gestione

Azioni relative alla Strategia S4_T4.1

 

A1_S4_T4.1 Creazione della Rete di Teen Centers del Casentino

I Teen Centers sono luoghi dedicati agli adolescenti con l’obiettivo di favorire l’aggregazione, la socializzazione, la crescita personale e l’apprendimento, sia formale che informale.

L’Azione propone la creazione della Rete di Teen Centers del Casentino con l’obiettivo di sostenere gli adolescenti che spesso vivono in condizioni di isolamento e carenza di opportunità sociali e culturali. Questa rete, a cui potrebbero aderire tutti quei paesi casentinesi che desiderino costituirne uno, arricchirebbe la varietà e qualità delle opportunità offerte ai giovani dell’intera Valle, rafforzando al contempo le interconnessioni sociali e culturali su più livelli. Ciascun Teen Center potrebbe essere caratterizzato da specifiche tematiche, in linea con le vocazioni di ogni paese e con competenze e sensibilità già espresse dalle associazioni attive sul territorio.

I Teen Centers potranno rappresentare spazi di incontro e dialogo attraverso attività legate alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del Casentino, come le arti visive, la musica e il teatro.

 

L’Azione è coerente con quanto proposto dall’“Officina SNAI Rete Giovani Aree Interne”, un percorso nato a supporto del Comitato Tecnico Aree Interne nell’ambito di Officine Coesione per supportare lo sviluppo delle aree interne italiane promuovendo la partecipazione attiva dei giovani. Il progetto ha dato vita a un documento con 15 proposte, frutto del lavoro di oltre 400 giovani e organizzazioni delle aree interne, presentate nel 2022 al Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale. Nel documento si trova la proposta di innescare processi di presidio artistico e socioculturale per rimediare al fatto che «gli spazi disponibili per fare cultura e socialità sono pochi e scarsa è l’offerta di manifestazioni, concerti e pièce teatrali» (Officina Giovani Aree Interne, 2022: 10). Un altro problema individuato è la mancanza di luoghi per l’orientamento di impresa o lo scambio di progettualità e buone pratiche del fare impresa per il quale si propongono spazi o sportelli giovanili destinati all’orientamento e collocamento lavorativo.

Un’altra buona pratica da segnalare è l’“Officina Giovani”, attivata dal Comune di Prato nel 1999 presso l’area degli ex Macelli pubblici, un’area adiacente al centro storico della città, per «dare una risposta alle esigenze del mondo artistico giovanile e offrire ai giovani, agli artisti e agli operatori culturali, un’opportunità di conoscere, di lavorare, di presentarsi». Presso Officina Giovani sono state organizzate negli anni una pluralità di iniziative: i Cantieri Culturali, i laboratori di Officina Teen, il Servizio civile regionale, nazionale ed europeo, la partecipazione ai bandi nazionali, europei e internazionali, gli scambi transfrontalieri. Officina Teen è un luogo dedicato ai ragazzi e alle ragazze tra i 13 e i 18 anni di età per socializzare tra pari, partecipare a laboratori creativi, cineforum, attività e feste, esprimere la propria creatività.

In Casentino, tra i luoghi di aggregazione e formazione rivolti ai giovani e finalizzati a promuovere creatività, socialità e supporto al mondo del lavoro e dello studio, è doveroso segnalare il “Centro Creativo Casentino _C3” di Bibbiena e il Centro Giovani “C’entro Anch’io” di Ponte a Poppi.

 

Il primo passo necessario consiste in una mappatura delle attività artistiche e culturali animate dalle tante associazioni esistenti in Casentino impegnate a vario titolo nella conservazione e valorizzazione del paesaggio culturale. La sperimentazione dovrebbe mettere in relazione le realtà associative esistenti chiamate a collaborare attivamente alla costituzione e allo sviluppo della Rete dei Teen Centers, favorendo la condivisione di risorse, iniziative ed esperienze. In questo modo, si potrebbero ampliare significativamente le opportunità di cooperazione a livello di Valle anche su altre sfide, rafforzando i legami tra comunità e stimolando la crescita collettiva.

Partendo da queste informazioni e dalle esigenze e vocazioni territoriali si potranno definire, attraverso appropriati processi partecipativi, le specificità tematiche che animeranno i singoli Teen Center e i paesi in cui potrebbero essere realizzati.

Successivamente, in ognuno dei paesi prescelti per accogliere un determinato Teen Center si potranno individuare gli edifici più vocati per ospitarlo, privilegiando gli edifici pubblici sottoutilizzati o abbandonati. Infine, si definiranno le modalità di collaborazione tra i diversi capisaldi della Rete, garantendo una programmazione diversificata e inclusiva, in grado di rispondere alle esigenze e ai talenti della comunità giovanile, con particolare attenzione per i profili più deboli dal punto di vista socioeconomico e per i ragazzi e le ragazze con disabilità.

La gestione dei Teen Center potrebbe essere affidata a Imprese o Cooperative di comunità costituite da giovani, già operanti sul territorio o appositamente costituite.

Potenziali soggetti promotori di questa Azione potrebbero essere la Regione Toscana, l’Unione dei Comuni o i singoli Comuni della Valle. Potenziali soggetti attuatori, invece, potrebbero includere Comuni, enti del Terzo Settore, imprese e cooperative sociali e di comunità e istituti scolastici.

A2_S4_T4.1 Attualizzazione e miglioramento degli spazi di relazione attraverso l’arte

L’arte pubblica svolge un ruolo importante nel qualificare gli spazi di relazione e renderli più attrattivi anche dal punto di vista turistico.

Le installazioni artistiche, permanenti o temporanee, soprattutto quando prevedono il coinvolgimento degli abitanti nei processi creativi – come accade nell’Arte relazionale, una forma d’arte in cui il processo creativo si fonda sull’interazione tra artista, abitanti e contesto – e valorizzano artigiani ed artisti locali, possono rafforzare il senso di appartenenza e il legame tra la comunità e gli spazi in cui vive.

L’integrazione di opere d’arte all’interno dei borghi del Casentino può esplicarsi attraverso diverse formule: programmi di residenza d’artista, laboratori creativi partecipativi ed eventi culturali che producono performance artistiche. Queste iniziative non solo determinano un arricchimento/ attualizzazione del paesaggio urbano, ma attivano anche processi di dialogo e condivisione di valori all’interno della comunità. In particolare, per gli utenti più giovani, l’arte può essere un potente driver di sensibilizzazione e di riappropriazione culturale dei luoghi abitati (A1_S4_T4.1 “Creazione della Rete di Teen Centers del Casentino”).

Il coinvolgimento della comunità locale può tradursi in processi di co-progettazione e autocostruzione dove le opere d’arte diventano espressioni collettive, stimolate da un artista o da un gruppo di artisti.

Il Casentino presenta iniziative da promuovere e consolidare.  

La “Galleria Permanente a Cielo Aperto” di Bibbiena è un percorso espositivo diffuso nelle vie dell’antico borgo, che comprende 50 opere di grandi dimensioni dei più importanti autori della fotografia italiana. È il primo esempio in Europa di esposizione permanente di fotografia a cielo aperto e ha trasformato le vie e le piazze della città in una vera e propria tela artistica. Nata nel 2016, l’iniziativa ha contribuito a rendere Bibbiena la prima Città della Fotografia, raccontando, attraverso le opere, la storia, il paesaggio e la cultura del territorio casentino. L’idea della Galleria a Cielo Aperto nasce dalla volontà della FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche – e del Comune di Bibbiena, offrendo un’esperienza culturale immersiva e accessibile a tutti.

Un altro esempio è rappresentato dal concorso di idee “Panchine d’Artista” – nato dalla collaborazione tra il Comune di Pratovecchio-Stia e imprese locali nel più ampio progetto comunale “IMAGO - La magia dell’arte contemporanea”. L’iniziativa ha previsto il coinvolgimento di sette artisti nella decorazione di sette panchine, riproduzioni sovradimensionate di un libro aperto appoggiato su un basamento in calcestruzzo. L’iniziativa, trasformando elementi di arredo urbano in installazioni artistiche a cielo aperto arricchisce il paesaggio cittadino, favorisce l’incontro e il dialogo tra cultura e comunità intorno a un simbolo di socialità e convivialità.

 

Le installazioni artistiche dovrebbero ispirarsi alle tradizioni e alla cultura del territorio e, sulla base di queste, esplorare nuovi linguaggi espressivi, contribuendo così all’attualizzazione creativa degli spazi pubblici.

Per massimizzare la fattibilità e l’impatto delle iniziative, sarebbe auspicabile sviluppare progetti in collaborazione tra vari enti, coinvolgendo più centri abitati (ad es., le frazioni di un Comune o più Comuni). Questa cooperazione permetterebbe di creare sinergie e rafforzare la capacità di attrarre risorse, oltre a garantire un approccio integrato capace di amplificare i benefici economici, sociali e culturali su scala più vasta.

Iniziative di Arte relazionale possono anche fare leva su eventi di grande rilevanza già consolidati, come la Biennale Europea dell’Arte Fabbrile di Stia, che prevede diverse iniziative che contribuiscono alla valorizzazione e implementazione degli spazi pubblici del paese con installazioni artistiche contemporanee ispirate alla tradizione.

 

Le buone pratiche di Arte relazionale che hanno avuto luogo in paesi delle aree interne sono diverse e qualificate. Di seguito si elencano e descrivono sinteticamente alcune di esse.

  • “Legarsi alla montagna” è uno dei più importanti eventi di Arte relazionale e uno dei primi a livello internazionale. Fu curato nel 1981 dall’artista Maria Lai a Ulassai, in provincia di Nuoro. Ispirata da una antica leggenda del paese, Maria Lai chiese agli abitanti del paese di unire le loro case con dei nastri di colore celeste. Sulla base del rapporto tra le famiglie (sentimenti di affetto o di avversione) i nastri vennero caratterizzati differentemente.
  • “Guilmi Art Project (GAP)”, nato nel 2007 nel borgo di Guilmi, in Abruzzo, ogni anno invita un artista a risiedere nella comunità per sviluppare un’opera d’arte che dialoghi con il territorio, coinvolgendo attivamente gli abitanti.
  • “A cielo aperto” a Latronico, in Basilicata, curato dall’associazione “Vincenzo De Luca”, dal 2009 trasforma gli spazi pubblici del paese in un vero e proprio museo diffuso. Coinvolgendo la comunità locale, il progetto stimola riflessioni sulla storia e sull’identità del territorio. L’obiettivo principale è la riattivazione di spazi urbani abbandonati, favorendo la partecipazione culturale e creando un dialogo tra artisti e abitanti.
  • “EcoArt Project” ad Acerenza, sempre in Basilicata, è un progetto che mediante residenze d’artista, mostre e un festival estivo annuale, sfrutta gli spazi residenziali e commerciali inutilizzati del borgo per generare vivacità culturale ed economica e contribuire alla rivitalizzazione del paese.
  • Nel corso di “Borgo Universo” il borgo di Aielli, in Abruzzo, si trasforma in un museo a cielo aperto grazie a murales e installazioni artistiche permanenti, realizzate da artisti locali e internazionali con la partecipazione attiva della comunità. Le opere raccontano la storia del territorio, rivitalizzano il tessuto urbano e sociale del borgo e attirano turisti, portando benefici economici e sociali (Visci, 2022).
  • “Rural Residency for Contemporary Art” (RUC) promuove il dialogo tra artisti internazionali e le tradizioni locali, offrendo un contesto rurale in cui sviluppare progetti artistici. Gli artisti in residenza collaborano strettamente con le comunità locali, lavorando insieme per migliorare spazi pubblici marginali e rafforzare la coesione sociale attraverso l’arte contemporanea.
  • “Una Boccata d’Arte” coinvolge 20 artisti contemporanei, ciascuno dei quali realizza un’opera site-specific in 20 paesi, uno per ogni regione d’Italia. Le installazioni temporanee sono progettate per stimolare il turismo di prossimità e rivitalizzare i paesi attraverso l’arte contemporanea. Il progetto mira a creare una “scintilla di ripresa” culturale ed economica in aree storicamente meno frequentate, favorendo al contempo incontri tra artisti, comunità locali e turisti. È un esempio di come l’arte possa dialogare con il contesto storico e paesaggistico delle aree interne, valorizzandole. Il progetto è stato promosso da Fondazione Elpis e Galleria Continua.
  • “Stand Up For Africa. Arte contemporanea per i diritti umani” è un’iniziativa a carattere annuale, avviata nel 2016 dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, nell’ambito delle attività dell’Ecomuseo, in collaborazione con l’associazione Hymmo Art Lab di PratovecchioStia. È cofinanziata dalla Regione Toscana (Bando Toscanaincontemporanea). Attraverso residenze che vedono coinvolti in alcuni casi anche i migranti presenti in Casentino, vengono proposti momenti di riflessione e produzione artistica intorno ai temi del confronto culturale, dell’accoglienza, delle migrazioni e dell’interpretazione del patrimonio locale con “occhi altri”. Tra i prodotti realizzati: murales, video, performance, mostre temporanee.

Potenziali soggetti promotori di questa Azione potrebbero essere la Regione Toscana, l’Unione dei Comuni, i singoli Comuni della Valle e le associazioni culturali locali, mentre la sua attuazione potrebbe essere affidata a: Comuni del Casentino, associazioni culturali locali, università e enti di ricerca, artigiani e artisti locali (nazionali e internazionali), comunità locale.

A3_S4_T4.1 Creazione di Botteghe temporanee

In Casentino, alcuni paesi e diverse frazioni sono ormai privi di esercizi pubblici di prima necessità, come botteghe e negozi di generi alimentari. Questa carenza rappresenta una criticità rilevante sia per i residenti che per i visitatori, costretti a spostarsi per accedere a beni essenziali. Ne risente la qualità della vita quotidiana, mentre lo spopolamento avanza e il potenziale turistico e culturale della Valle risulta impoverito.

In risposta a tale criticità, l’Azione suggerisce la creazione di Botteghe temporanee nei borghi del Casentino privi di negozi di generi alimentari, con l’obiettivo di garantire servizi essenziali e facilitare la permanenza di residenti e turisti. Queste strutture dovrebbero rappresentare un’opportunità per valorizzare i prodotti tipici locali e per promuovere il territorio, creando nuove opportunità economiche e contribuendo alla valorizzazione del paesaggio culturale del Casentino.

Sul modello di “Pulmino Contadino”, un’associazione che riunisce produttori e consumatori dell’area compresa tra le Colline Metallifere, Piombino e Grosseto, creando un circuito di piccola distribuzione organizzata, la fornitura dei prodotti alimentari potrebbe essere affidata ad un’impresa o cooperativa di comunità che raccoglie i prodotti presso aziende agricole locali consorziate e li consegna quotidianamente alle Botteghe.

Per limitare gli sprechi alimentari, le ordinazioni potrebbero avvenire su una piattaforma online che favorisca la connessione diretta tra produttori e consumatori (S2_T1.1 “Piattaforma di aggregazione dell’offerta e condivisione di servizi e conoscenze per la valorizzazione dei prodotti di origine”).

In una fase sperimentale, le Botteghe potrebbero essere aperte durante il periodo estivo, quando i borghi del Casentino si popolano grazie ai proprietari di seconde case e ai turisti.

Le Botteghe potrebbero erogare anche servizi aggiuntivi, di tipo turistico (come noleggio di bici o organizzazione di escursioni) e, dove possibile, sociosanitario con servizi di prossimità.

 

Si vedano a questo proposito le “Botteghe della Salute” adottate dalla Regione Toscana per i piccoli Comuni montani e i Comuni periferici della Regione e le “Botteghe dei Servizi” attivate dalla Regione Piemonte per i piccoli comuni montani e che consistono in esercizi commerciali multifunzionali e di prossimità che oltre alla vendita di beni alimentari offrono servizi aggiuntivi per residenti e turisti del territorio montano.

 

Le Botteghe potrebbero essere ospitate in edifici esistenti, situati in posizione strategica e facilmente accessibile dalla strada carrabile. In alternativa, si potrebbe considerare l’uso di strutture modulari e reversibili, realizzate da aziende locali, che si adattano al numero di abitanti e alle diverse esigenze stagionali. Queste strutture flessibili potrebbero espandersi o ridursi in base alle necessità, diventando elementi distintivi del paesaggio, contribuendo a migliorare l’identità visiva del territorio e promuovendo la sostenibilità attraverso l’utilizzo di materiali locali.

 

L’Azione trova un esempio concreto nel borgo di Raggiolo, dove, grazie ai fondi del PNRR, si sta realizzando una bottega estiva riutilizzando un fondo disponibile nella piazza principale del paese, esperienza che può fungere da modello per altri borghi della Valle. L’idea è nata da un progetto sviluppato da studenti di tre dipartimenti dell’Università di Firenze (Architettura, Scienze per l’Economia e l’Impresa e Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia) all’interno del Seminario Tematico REACT “Rigenerare i paesaggi culturali delle aree interne in una prospettiva people-centered. Borghi storici e territori rurali del Casentino come laboratorio di creatività e innovazione”. La proposta iniziale prevedeva una struttura temporanea in legno in grado di offrire servizi essenziali e promuovere prodotti locali e iniziative culturali.

 

Potenziali soggetti promotori di questa Azione potrebbero essere la Regione Toscana e i Comuni del Casentino. Potenziali soggetti attuatori potrebbero includere il GAL Appennino Aretino, aziende locali e associazioni del territorio, produttori locali, operatori del settore turistico o ricettivo.

 

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Ultimo aggiornamento

28.10.2025

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