La capacità di includere imprese (e loro organizzazioni), cittadini (e loro associazioni) e istituzioni nella progettazione e gestione delle politiche e attività locali è riconosciuta come un fattore di successo per la formazione di sistemi agricoli e alimentari sostenibili e inclusivi.
La presente Strategia è dunque rivolta all’attivazione e gestione di un sistema di coordinamento e di governance territoriale per il Casentino legato al cibo, all’agricoltura e al paesaggio agrario e rurale, finalizzato a generare un approccio integrato e partecipativo allo sviluppo territoriale sostenibile della Valle partendo dalla valorizzazione del suo patrimonio bioculturale.
In Casentino, in tema di agricoltura e prodotti tipici e tradizionali, si rileva la mancanza di una visione strategica territoriale comune, nonché una carenza di sinergie e di iniziative congiunte da parte degli attori attivi sul territorio. La situazione si è deteriorata con il riassorbimento di competenze in materia di sviluppo rurale e agricolo dalle province e comunità montane al livello regionale. Negli ultimi anni il quadro normativo nazionale e regionale, tuttavia, ha istituzionalizzato alcune forme di governance territoriale (distretti agroalimentari, distretti rurali, comunità del cibo e dell’agrobiodiversità, biodistretti) che offrono interessanti opportunità anche al territorio del Casentino.
Partendo dagli attori locali esistenti e dalle iniziative collettive già messe in atto, questa Strategia si propone di avviare un tavolo di confronto partecipativo tra i vari soggetti interessati, al fine di disegnare un sistema di coordinamento e (possibilmente) di governance territoriale appropriato che risponda agli obiettivi degli attori locali partendo dagli strumenti (comunità del cibo, distretti rurali, distretti biologici tra gli altri) messi a disposizione dalle normative vigenti in materia1.
La finalità della Strategia è la creazione di tale sistema di coordinamento e di governance territoriale, il quale, una volta costituito e opportunamente funzionante, possa essere in grado di delineare un proprio programma d’azione finalizzato alla valorizzazione sistemica del patrimonio agricolo e agroalimentare casentinese.
Il rischio sotteso a tale Strategia da un lato è quello di creare una sovrastruttura pesante e percepita come lontana e inutile dagli attori locali, dall’altro di non riuscire a disporre delle risorse (umane e finanziarie) necessarie a dare continuità di azione. Per questo è importante da una parte utilizzare un approccio partecipato fin dal momento della concezione e costruzione, dall’altra disporre di risorse finanziarie adeguate a garantire l’avvio dell’esperienza e l’impiego di competenze di animazione e tecniche specifiche.
A tale scopo, a supporto della Strategia è proposto l’impiego di figure con competenze di dinamizzatori territoriali (S3_T1.1 “Sistema di segnalazione della qualità dei prodotti agroalimentari legati al Casentino”), soggetti in grado di attivare e connettere il capitale sociale e fisico e le risorse territoriali disponibili e di svolgere il ruolo di ponte tra i vari soggetti e operatori territoriali (pubblici, privati e della società civile).
Tra le numerose esperienze già presenti e attive in Toscana che possono fornire ispirazione alla presente Strategia si segnalano, in particolare, la Comunità del Cibo e dell’Agrobiodiversità della Garfagnana e il Distretto Biologico di Fiesole. Entrambe queste iniziative hanno portato all’aggregazione di una serie di attori locali (pubblici, privati e della società civile) e all’elaborazione di una forma di governance territoriale adattata al contesto e agli obiettivi perseguiti.
La fattibilità delle Azioni in cui la presente Strategia è articolata potrebbe beneficiare del sostegno finanziario della Strategia di Sviluppo Locale del Gruppo di Azione Locale (GAL) Appennino Aretino, con particolare riferimento all’azione di cooperazione “Politiche e Pratiche locali del Cibo”.
Il soggetto promotore delle Azioni correlate a questa Strategia potrebbe essere l’Unione dei Comuni Montani del Casentino oppure il GAL Appennino Aretino. I soggetti interessati a prendere parte alla Strategia potrebbero essere soggetti singoli (ad es., imprese agricole e imprese di trasformazione), realtà organizzate (ad es., associazioni di categoria dei comparti interessati, consorzi e associazioni per la tutela e/o promozione di prodotti specifici, Associazione Biodistretto del Casentino, Associazione Produttori Valteggina a Km 0, GAS (Gruppi di Acquisto Solidale attivi nel territorio, Condotta Slow Food del Casentino e altre associazioni) e soggetti di natura pubblica a vario titolo interessati (tra cui l’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e le amministrazioni comunali).
Alla Strategia S1_T1.1 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
P1. Conoscenza
P2. Recupero
P3. Salvaguardia
P4. Valorizzazione
P5. Governance
P6. Coesione sociale
P7. Dotazione di servizi
P8. Gestione.
L’Azione mira a creare un Tavolo di coordinamento capace di coinvolgere in modo attivo i diversi stakeholder interessati nella realizzazione di attività di riflessione comune sulle problematiche e sulle necessità che una struttura di governance territoriale potrebbe affrontare, di informazione sugli strumenti tecnici disponibili e di identificazione dei possibili modelli organizzativi.
Poiché gli strumenti disponibili sono assai differenti tra loro sia per presupposti e requisiti che per funzioni potenziali, è necessario sviluppare un’attenta analisi comparata dei punti di forza e dei limiti di ciascuno di essi.
Al termine del percorso, il Tavolo dovrà arrivare a una deliberazione in merito. Si tratta di un percorso che necessita di figure professionali per l’attivazione territoriale (‘dinamizzatori’, si veda la Strategia S3_ T2.3 “Creazione di competenze dei dinamizzatori territoriali”) capaci di coinvolgere gli stakeholder nei processi decisionali con un approccio proattivo e partecipato.
L’Azione mira a implementare la decisione assunta nell’Azione precedente (A1_S1_T1.1), mediante lo sviluppo dell’approccio strategico che guiderà l’attività della forma di coordinamento e governance identificata (Biodistretto, Comunità del cibo, Distretto rurale, ecc.). Come la precedente, anche questa Azione beneficerà della conoscenza diretta delle altre esperienze già attive in questo ambito, in Toscana e altrove.
Anche in questo caso, la metodologia di lavoro sarà basata su tecniche di analisi partecipativa e su forme deliberative basate sulla concertazione.
Il processo si chiuderà con la predisposizione anche formale della documentazione necessaria per poter presentare la domanda di riconoscimento alla Regione Toscana.
L’Azione consiste nell’implementazione di quanto stabilito dal Tavolo di coordinamento descritto nell’Azione A2_S1_T1.1, attraverso un insieme ordinato di attività, che ‒ anche a seconda della forma di governance selezionata ‒ si potranno intrecciare con altre Strategie delle presenti Linee Guida (ad es., Strategie relative ai Tematismi T3.1 “Luoghi e cammini della spiritualità e dell’identità culturale” e T4.3 “Patrimonio costruito e forme di ospitalità extra-alberghiera”).
A seconda dell’approccio strategico delineato, le iniziative potranno interessare vari ambiti di intervento riguardanti le imprese agricole e le imprese della distribuzione e di trasformazione dei prodotti agroalimentari, così come iniziative di networking che mirino a mettere a sistema le attività produttive esistenti come, ad esempio, la creazione di mercati di prodotti agroalimentari o di centri collettivi di condizionamento, trasformazione e confezionamento, la realizzazione di percorsi tematici sui prodotti agroalimentari, attività di formazione e di promozione al consumatore e ai clienti professionali, attività di educazione alimentare capaci di coinvolgere gli istituti scolastici locali e regionali.
Ultimo aggiornamento
20.07.2025