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S3_T2.2 Rafforzare i servizi di formazione e avviamento al lavoro su settori economici correlati al paesaggio culturale

I servizi locali di formazione e orientamento devono favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro mediante la rilevazione dei fabbisogni delle imprese e percorsi formativi volti a sviluppare competenze utili al progresso del territorio.

La salvaguardia e valorizzazione del paesaggio culturale possono svolgere un ruolo strategico nello sviluppo economico sostenibile del Casentino, ma richiedono competenze specialistiche locali e profili professionali qualificati, in grado di colmare il divario tra esigenze occupazionali e offerta di competenze.

Il coinvolgimento di attori locali, come le istituzioni scolastiche, le agenzie per l’impiego, le imprese agricole e quelle legate al settore turistico, permette di creare una rete sinergica che integra la formazione professionale con la domanda di lavoro specifica del territorio (Strategie del Tematismo T2.3 “Recupero e valorizzazione dei saperi tradizionali“ e S2_T1.2 “Educazione al bosco come risorsa da curare e fonte di reddito e miglioramento della sua attrattività nei confronti dei più giovani e dei visitatori”).

La Strategia si muove nell’ambito della formazione al lavoro e della formazione continua in settori economici strategici per la rigenerazione del paesaggio culturale del Casentino: agricolo, forestale, turistico, artigianale e culturale. Più in particolare, si esplica in Azioni formative, rivolte a giovani e adulti, finalizzate allo sviluppo di competenze specifiche e alla creazione di profili professionali con impatto diretto sui settori strategici del territorio prima delineati. È finalizzata, inoltre, a rafforzare le iniziative di orientamento e di formazione per disoccupati – NEET (Not in Education, Employment or Training) – e studenti che hanno abbandonato i percorsi scolastici (drop-out).

La Strategia si fonda sulla precondizione che il territorio – e i diversi attori che ne fanno parte – esprima la capacità di lavorare in rete e di pianificare iniziative comuni con finalità condivise. In altre parole, un territorio intenzionato a superare confini e steccati settoriali che potrebbero rappresentare i principali ostacoli nella costruzione e attivazione di un modello di governance locale collaborativa, basata su problemi reali e orientata da obiettivi concreti. In tal senso, un punto di forza e di partenza per l’attuazione di questa Strategia è la presenza della rete già formalizzata rappresentata dal “Patto educativo territoriale” e il collegamento con le Azioni di rafforzamento dei processi di governance e coordinamento previste nella Strategia S1_T2.1(“Rafforzamento del Patto Educativo Territoriale del Casentino”).

Risulta di particolare rilevanza il collegamento di questa Strategia con il Tematismo T1.1 (“Recupero e valorizzazione dei prodotti agroalimentari di origine”), in relazione al quale la mancanza di ricambio generazionale rappresenta una delle maggiori minacce alla sostenibilità di ogni altra strategia di rigenerazione. La Strategia, inoltre, potrebbe prevedere interventi di inserimento mirato anche intercettando e favorendo forme di “ritorno” o di immigrazione  (S4_T2.2 “Promuovere un sistema di accoglienza diffusa di popolazioni straniere per la rivitalizzazione e rigenerazione del territorio”) , migliorando l’accessibilità al mercato del lavoro, promuovendo l’occupabilità e lo sviluppo economico locale, con particolare riferimento alla valorizzazione delle risorse legate al patrimonio culturale e agro-forestale.

Alla Strategia S3_T2.2 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:

P1. Conoscenza

P2. Recupero

P3. Salvaguardia

P4. Valorizzazione

P5. Governance

P6. Coesione sociale

P7. Dotazioni di servizi

P8. Gestione

 

Azioni relative alla Strategia S3_T2.2

 

A1_S3_T2.2  Formazione per rispondere alla domanda di professionisti sul territorio

L’Azione mira alla realizzazione di percorsi di formazione professionale rivolti a target specifici in risposta alle esigenze del mercato locale del lavoro, con particolare attenzione ai settori economici agricolo, forestale, turistico, artigianale e culturale. Essa mira a specifici gruppi di popolazione, tra cui disoccupati, soggetti a rischio di esclusione sociale, NEET, giovani tra i 15 e i 34 anni che non sono impegnati in percorsi di istruzione, formazione o lavoro e che rischiano di essere esclusi dai circuiti di crescita economica e sociale. Le attività previste comprendono percorsi di up-skilling (aggiornamento e potenziamento delle competenze già acquisite per migliorare l’occupabilità) e di re-skilling (riqualificazione professionale per acquisire nuove competenze e adattarsi a settori in evoluzione).

Un elemento innovativo dell’Azione è la progettazione di microcredenziali, ovvero certificazioni riconosciute di competenze specifiche ottenute tramite brevi percorsi formativi, spendibili nel mercato del lavoro e integrate in sistemi di riconoscimento delle qualifiche professionali.

La progettazione e l’implementazione di questi percorsi di formazione possono essere realizzate in collaborazione con le imprese locali e con soggetti che operano nel settore dell’istruzione e della formazione professionale.

 

Il progetto IFTS “Tecnico per la promozione e gestione di comunità integrate di filiere agroalimentari PRO.FILI – Filiera Agribusiness” (Borgo S. Lorenzo, FI), era rivolto a giovani e adulti, occupati e non. L’obiettivo era formare professionalità specializzate nella promozione e gestione di Comunità Integrate di Filiere Agroalimentari. Il percorso formativo, definito attraverso una sperimentazione tra istituti scolastici superiori e aziende del territorio, puntava a sviluppare competenze gestionali, relazionali, commerciali e tecnico-professionali nel settore agroalimentare, oltre a capacità per la gestione di filiere territoriali e competenze su reti di apprendimento, sui processi di apprendimento organizzativo e sulla governance.

 

L’Unione dei Comuni e l’Assemblea del Patto Educativo Territoriale potrebbero promuovere l’iniziativa, assicurando il raccordo tra gli attori istituzionali e il tessuto produttivo locale. Officina Capodarno, realtà già attiva nel supporto alla formazione e all’inserimento lavorativo, potrebbe coordinare le attività insieme ad agenzie formative specializzate, garantendo una formazione professionale efficace e adeguata alle esigenze territoriali. Il coinvolgimento delle aziende locali potrebbe, inoltre, favorire stage, tirocini e opportunità di impiego post-formazione.

A2_S3_T2.2  Potenziamento degli strumenti di inserimento lavorativo

L’Azione si concentra sul sostegno all’occupazione di persone che necessitano di supporto finalizzato all’inclusione nel mercato del lavoro, incluse persone in condizioni di vulnerabilità e immigrati, mediante una più efficace collaborazione tra mondo del lavoro e centri per l’impiego.

L’obiettivo è utilizzare gli strumenti previsti dalle politiche attive del lavoro – come la “borsa lavoro” – per allineare le competenze dei lavoratori alle esigenze specifiche del mercato. In particolare, l’Azione intende favorire il collocamento mirato di persone in posizioni lavorative che corrispondano alle loro qualifiche, creando un sistema che non solo aiuti a colmare i vuoti di competenze, ma anche a potenziare l’occupabilità di categorie a rischio di esclusione sociale.

L’Azione prevede la creazione di partnership strategiche tra le aziende locali, i centri per l’impiego e le cooperative sociali che si occupano dell’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio.

L’Azione vedrebbe coinvolti, come soggetti promotori l’Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego (ARTI), Assemblea del Patto, Camera di Commercio, e come soggetti attuatori ARTI, Agenzie Interinali, Consorzi, Cooperative e Associazioni di Imprese.

A3_S3_T2.2  Percorsi di mobilità aziendale circolare

L’Azione punta a promuovere la mobilità dei lavoratori tra diverse aziende che operano in rete, per migliorare le loro competenze e offrire opportunità di crescita professionale. Attraverso l’implementazione di programmi di mobilità aziendale, i lavoratori potrebbero realizzare esperienze in aziende diverse che, con le loro attività, promuovono il paesaggio culturale del territorio.

Una rete che potrebbe trarre vantaggio da questo tipo di esperienze è rappresentata dal Biodistretto Casentino. L’impatto positivo potrebbe essere a lungo termine anche sul fenomeno dello spopolamento, che in Casentino riguarda in particolar modo i paesi più distanti dal fondovalle, dell’Arno, andando a mitigare la propensione migratoria soprattutto dei giovani che potrebbero avere l’opportunità di fare esperienza fuori dal proprio territorio di appartenenza per poi farvi ritorno.

Questa Azione è in linea con una visione della mobilità umana vissuta come circolazione di cervelli (brain circulation) o sviluppo di competenze (brain gain) e rappresenta, dunque, un’opportunità di sviluppo individuale, ma anche sociale ed economico della comunità casentinese. L’Azione prevede il coinvolgimento delle aziende del territorio come soggetti promotori. I soggetti attuatori potrebbero, invece, essere le aziende convenzionate aderenti ai percorsi di mobilità aziendale circolare, le agenzie formative e gli istituti secondari di secondo grado del Casentino.

A4_S3_T2.2  Programmi di mobilità studentesca e scambi culturali con aziende estere

L’Azione mira ad arricchire l’esperienza formativa dei giovani attraverso programmi di mobilità studentesca e scambi culturali internazionali, con particolare attenzione a quelle esperienze che rientrano nell’ambito della salvaguardia e valorizzazione del paesaggio culturale.

L’obiettivo è offrire opportunità di stage e tirocinio presso aziende estere e istituzioni internazionali che operano in settori legati al paesaggio culturale, in modo da rafforzare le competenze dei giovani e creare connessioni con il sistema produttivo del territorio. Le collaborazioni potrebbero svilupparsi con imprese estere e reti internazionali come, ad esempio, la Federazione Europea dei Parchi (Europark Federation) e la Rete Europea degli Ecomusei (European Ecomuseums Network), favorendo lo scambio di conoscenze e buone pratiche legate alla gestione sostenibile delle risorse culturali e naturali.

La mobilità internazionale potrebbe consentire agli studenti casentinesi di acquisire nuove competenze professionali e ampliare la loro prospettiva globale, rafforzando, al contempo, i legami tra il territorio casentinese e le realtà internazionali che promuovono una visione integrata del paesaggio come bene comune. La creazione di questi percorsi di scambio può, in prospettiva, contribuire a formare professionisti con una preparazione più completa, in grado di affrontare le sfide della rigenerazione sostenibile del paesaggio culturale, arricchendo al tempo stesso il tessuto socioeconomico locale.

L’Azione vedrebbe coinvolti come soggetti promotori gli istituti secondari di secondo grado del Casentino e come soggetti attuatori le aziende convenzionate e aderenti ai programmi di mobilità internazionale.

A5_S3_T2.2  Attivazione di tavoli di progettazione su fondi nazionali e internazionali per la formazione professionale

L’Azione si concentra sull’attivazione di Tavoli di progettazione europea finalizzati a sfruttare i fondi comunitari disponibili – come, ad esempio, il Fondo Sociale Europeo (FSE) – per finanziare iniziative di formazione professionale e sviluppo del territorio. L’obiettivo principale è mettere in rete i soggetti locali attraverso Tavoli di lavoro che permettano la creazione di progetti finanziabili, rispondendo alle esigenze specifiche delle vocazioni territoriali espresse dalla Valle tenendo conto delle risorse culturali, ambientali ed economiche disponibili.

Questi progetti dovrebbero concentrarsi su attività formative destinate a migliorare l’occupabilità e a potenziare le competenze richieste dal mercato locale del lavoro, ma anche a favorire lo sviluppo di servizi educativi innovativi.

Il collegamento con altre Azioni, come l’A1_S2_T2.1 (“Mappatura e classificazione dei soggetti del Terzo Settore”) sarà fondamentale per assicurare una pianificazione integrata e una gestione condivisa delle risorse, ottimizzando l’impiego dei fondi europei. In questo modo, l’Azione contribuisce a rafforzare la capacità progettuale dei soggetti locali e a favorire l’accesso a finanziamenti che possano sostenere la crescita e l’innovazione del territorio.

A titolo esemplificativo, si porta l’esperienza del progetto “Giovani, che impresa!” finanziato da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e con il Comune di Enna capofila, affiancato da un qualificato team di partner. Il progetto ha attivato strumenti innovativi per favorire l’occupazione giovanile e lo sviluppo imprenditoriale, offrendo spazi comunali gratuiti e contributi economici per l’avvio di nuove imprese da parte di giovani under 35.

L’Azione vedrebbe come soggetto promotore l’Unione dei Comuni e come soggetto attuatore il CRED.

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Ultimo aggiornamento

22.10.2025

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