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S1_T2.1 Rafforzamento del Patto Educativo Territoriale del Casentino

Il Patto Educativo Territoriale del Casentino è uno strumento di governance di particolare rilevanza per lo sviluppo del territorio nell’ambito dell’educazione, formazione, istruzione, orientamento e lavoro.

Il Patto è stato promosso dall’Unione dei Comuni, con il coordinamento scientifico del Dipartimento FORLILPSI dell’Università di Firenze. La sua sottoscrizione rappresenta uno degli obiettivi previsti dalla Strategia d’Area “Casentino e Valtiberina Monti dello Spirito”, definita nell’ambito della programmazione 2014-2020 per le aree interne. Favorisce processi collaborativi tra attori locali, valorizzando il capitale sociale e il patrimonio culturale, naturale e comunitario del territorio.

Dal 2020 è stato avviato un processo partecipativo che ha visto il confronto tra istituzioni, associazioni, scuole e imprese. La rete si è costituita a partire dalle organizzazioni/associazioni già attive nell’Ecomuseo del Casentino, per poi includere progressivamente una più ampia platea di soggetti, in virtù della visione collaborativa promossa dal processo.

La Strategia mira al rafforzamento della struttura di coordinamento istituzionale del Patto. Per comprenderne il senso, occorre inquadrarla nell’ambito della L.R. 32/20024 : nel Casentino, l’attuazione della Legge ha individuato nel Centro Risorse Educative e Didattiche del Casentino (CRED) la struttura gestionale funzionale volta a supportare la programmazione educativa territoriale e di documentare le risorse culturali e educative presenti. Alla base del CRED del Casentino è stata posta, fin dalle sue origini, una specifica attenzione alla documentazione del territorio e alle sperimentazioni e innovazioni didattiche, nonché alla promozione di relazioni e accordi volti alla valorizzazione del patrimonio culturale locale. Rappresenta una evidenza di questo approccio il fatto che il CRED sia il centro servizi dell’Ecomuseo del Casentino. Questa caratteristica rende peculiare il CRED, il cui operato è ‘naturalmente’ volto alla salvaguardia e tutela del patrimonio culturale locale materiale e immateriale.

Il CRED, oggi, necessita di una maggiore strutturazione e stabilità per svolgere in modo efficace il proprio ruolo.

Il rafforzamento della struttura del CRED si ritiene possa avere un positivo impatto per la gestione di tutte le azioni formative che la rigenerazione del paesaggio culturale richiede.

Nel breve termine, la Strategia mira ad assicurare il funzionamento del Patto, garantendone una gestione istituzionale attraverso il CRED. Nel medio-lungo termine, l’obiettivo è di strutturare un modello di governance stabile, favorendo lo sviluppo di competenze di progettazione condivisa tra i portatori di interesse. Il buon funzionamento del Patto, in quanto strumento di governance partecipata, può consentire di canalizzare in maniera più efficace investimenti, progettualità e competenze, assicurando che ogni iniziativa sia orientata a una crescita diffusa delle capacità (capacity building) e alla generazione di benessere per l’intera Valle.

Questa Strategia, quindi, intende proporsi come risposta alle criticità che possono sorgere nel funzionamento del Patto Territoriale del Casentino.

Il rafforzamento della rete dei soggetti sottoscrittori richiede la partecipazione attiva e consapevole e una forte motivazione. Tra i fattori di rischio per l’attuazione della Strategia e delle Azioni correlate di seguito descritte occorre considerare la limitata stabilità delle risorse a garanzia delle progettualità derivanti dal lavoro collaborativo promosso dal Patto, l’adesione su base volontaria dei partecipanti e, soprattutto, le eventuali difficoltà di coordinamento e comunicazione tra i diversi livelli (politico-strategico, istituzionale, gestionale, consultivo e operativo). Un ulteriore elemento di fragilità potrebbe essere rappresentato dall’ancora debole riconoscimento istituzionale dei Tavoli di lavoro attraverso i quali operano i sottoscrittori del Patto. I Tavoli, in assenza di un riconoscimento formale, rischiano di rimanere strumenti consultivi informali, con un impatto limitato sulle politiche educative locali. Per garantire un’effettiva funzionalità dei Tavoli, si rende necessaria l’approvazione di un regolamento ufficiale, che ne definisca il ruolo all’interno della governance educativa, riconoscendoli come strumenti di supporto ai processi decisionali e programmatori della Conferenza Zonale per l’Educazione e l’Istruzione. Le difficoltà di integrazione tra processi top-down e bottom-up potrebbero generare frammentazione nell’attuazione degli interventi. La presenza di una governance multilivello richiede un notevole sforzo di coordinamento tra enti locali e attori del territorio (impresa, scuola, economia sociale, associazionismo) affinché le politiche educative territoriali possano rispondere in modo efficace alle esigenze della comunità.

Per la realizzazione della Strategia e delle sue Azioni si ipotizza il coinvolgimento dell’Unione dei Comuni come soggetto promotore e attuatore, insieme all’Assemblea del Patto, ai Tavoli Tematici, al CRED, ai Comuni della Valle, agli Istituti Comprensivi.

Alla Strategia S1_T2.1 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:

 

P1. Conoscenza

P2. Recupero

P3. Salvaguardia

P4. Valorizzazione

P5. Governance

P6. Coesione sociale

P7. Dotazioni di servizi

P8. Gestione

 

Azioni relative alla Strategia S1_T2.1

 

A1_S1_T2.1  Sviluppo delle competenze di governance e coordinamento

Il Patto Educativo Territoriale del Casentino, attraverso l’organizzazione in Gruppi di Lavoro (Tavoli), intende favorire attività di co-programmazione e progettazione condivisa tra diversi attori locali per lo sviluppo di opportunità educative in riferimento agli ambiti dell’educazione, istruzione, formazione, orientamento. Per consentirne il funzionamento sono state individuate alcune figure con ruoli di coordinamento e organizzazione.

In particolare, un’Azione di capacity building, incidendo sulle competenze di leadership e di policy making, può consentire al Patto di essere strumento reale ed efficace di governance territoriale del sistema educativo territoriale, assicurando alla comunità, nelle sue diverse forme, di assumere un ruolo proattivo e consapevole nei processi decisionali.

L’approccio al capacity building mira a rafforzare le competenze dei coordinatori nella gestione di processi decisionali partecipati e intende sostenere la definizione di strumenti per l’analisi dei bisogni, la co-programmazione e la progettazione condivisa di interventi educativi integrati, capaci di rispondere alle sfide dello sviluppo locale.

 

Un esempio di capacity building utile da menzionare può essere individuato nella metodologia LOOI (Acronimo di “Metodologia per la leadership orizzontale e le organizzazioni integrate”) già applicata nel contesto di una ricerca-azione (CNR-IRCrES1) che ha coinvolto quattro GAL siciliani operanti nei seguenti territori: (1) l’area Bagheria, zona rurale ad est di Palermo, (2) l’area Madonie, zona interna della provincia di Palermo, (3) l’area Iblei, zona montuosa della provincia di Siracusa), e (4) l’area Sicani, zona rurale tra la provincia di Palermo e quella di Agrigento). Tale approccio si basa su strategie di governance partecipata e sull’integrazione tra i diversi livelli decisionali, favorendo un modello organizzativo più efficace e resiliente.

A2_S1_T2.1  Consolidamento degli strumenti di gestione del Patto educativo

Questa Azione mira a favorire una gestione efficace e strutturale del Patto e dei suoi Gruppi di Lavoro Tematici, attraverso la formalizzazione di strumenti operativi e regolativi che ne garantiscano la funzionalità e la sostenibilità nel tempo. 

Attraverso un processo di collaborazione tra staff dell’Unione dei Comuni e figure di coordinamento del Patto, l’Azione si propone di definire le procedure di gestione della rete dei sottoscrittori del Patto (nelle sue diverse articolazioni) per assicurarne la funzionalità e l’efficacia nello svolgimento dei processi di rilevazione dei bisogni, concertazione delle linee programmatiche, progettazione condivisa di interventi, monitoraggio e valutazione. Nelle procedure andranno considerate sia le relazioni a livello ‘orizzontale’ (tra i diversi organismi) che quelle a livello ‘verticale’ (ad es., relazione con la Conferenza zonale o con la Regione Toscana).

A3_S1_T2.1  Strutturazione e stabilizzazione del CRED

Il Centro Risorse Educative e Didattiche del Casentino (CRED) è la struttura gestionale di coordinamento del sistema educativo locale e del Patto Educativo Territoriale del Casentino. Esso rappresenta un nodo strategico per l’attuazione delle politiche educative della Conferenza Zonale per l’Educazione e l’Istruzione del Casentino, svolgendo attività di coordinamento, monitoraggio, gestione delle risorse educative e supporto amministrativo.

Questa Azione propone di consolidare, stabilizzare e rendere più efficace il CRED Zonale, rafforzandone la funzione di struttura di supporto tecnico-operativo alla governance educativa del territorio. Per conseguire questo obiettivo, intende definire le funzioni e i ruoli della struttura del CRED e le professionalità che ne rendono possibile il funzionamento a vantaggio dell’implementazione del Patto. La definizione chiara di ruolo e funzioni può contribuire in modo significativo al rafforzamento della governance, assicurando una struttura gestionale più stabile, efficiente e coerente con gli obiettivi del Patto.

L’Azione, sulla base dell’analisi della situazione attuale della struttura tecnica, propone di definire e/o di prefigurare le professionalità necessarie al suo funzionamento, sia in termini di stabilizzazione del personale esistente sia in termini di aree di professionalità (ad es., esperti di statistica per l’analisi dei dati educativi) e/o di infrastrutture informative (ad es., banche dati).

A4_S1_T2.1  Diffusione del Patto e ampliamento della rete di stakeholder

Il Patto Educativo Territoriale intende sviluppare opportunità di apprendimento permanente e a tale scopo prefigura per i diversi sottoscrittori la possibilità di agire ‘in rete’ attivando le varie componenti associative e istituzionali su obiettivi chiari e condivisi.

Questa Azione evidenzia l’opportunità di potenziare la comunicazione del Patto Educativo Territoriale per favorire nuove adesioni e ampliare la rete degli stakeholder. Essa prevede la formalizzazione e il potenziamento delle ‘reti tematiche’ che richiedono ancora di essere sostenute e rafforzate, affinché il positivo lavoro avviato si consolidi in network permanenti capaci di generare innovazione e innescare meccanismi di apprendimento reciproco.

Le possibili attività incidono sull’accessibilità alle informazioni per la trasparenza del processo promuovendo, allo stesso tempo, un coinvolgimento diffuso. La messa a punto di un piano di comunicazione e disseminazione potrebbe favorire la conoscenza dello strumento del Patto e dei risultati raggiunti. A titolo di esempio, è possibile prevedere l’organizzazione di specifici eventi rivolti alla società civile (associazioni e imprese), ma anche valorizzare il sito web già destinato alla strategia delle aree interne, dal titolo “Patrimoni Educanti”, che potrebbe ospitare un apposito form o domanda di adesione al Patto e ai Gruppi di Lavoro.

A5_S1_T2.1  Promozione della partecipazione giovanile

Il Patto rappresenta un significativo esempio delle capacità di concertazione del territorio, rendendo visibile una volontà condivisa per lo sviluppo educativo e culturale della Valle.

Al fine di favorire ulteriormente l’inclusione e la valenza intergenerazionale, è fondamentale promuovere il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni (con particolare riferimento al target degli studenti del secondo ciclo di istruzione) all’interno dei processi decisionali e consultivi del Patto.

L’Azione prevede l’inserimento di rappresentanze degli istituti e degli indirizzi scolastici all’interno del Patto (al momento, focalizzati su quattro gruppi di lavoro: sostenibilità, inclusione, orientamento e valorizzazione del patrimonio), favorendo così, oltre alla partecipazione, anche la rilevazione, più o meno diretta, di bisogni espressi dai giovani del territorio.

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, che potrebbe ospitare un apposito form o domanda di adesione al Patto e ai Gruppi di Lavoro.

Ultimo aggiornamento

21.10.2025

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