Gli itinerari culturali, collegando significativi episodi storici e naturali, rappresentano non solo una risorsa turistica potenziale, ma anche un mezzo privilegiato per preservare il paesaggio, la biodiversità, l’identità e il patrimonio culturale di un territorio. Di conseguenza, la loro riqualificazione può assumere un ruolo centrale nei processi di rigenerazione di molte aree interne italiane.
Questo è particolarmente vero in Casentino dove le aree di alta collina e montane – quelle più soggette alle conseguenze dello spopolamento – sono solcate da itinerari culturali di particolare bellezza e rilevanza storica e culturale.
Questi tracciati, purtroppo, versano spesso in condizioni di scarsa manutenzione e sono gestiti in modo frammentato da una pluralità di soggetti generalmente privi di adeguate risorse amministrative e finanziarie.
Per cogliere le opportunità che gli itinerari culturali potrebbero offrire allo sviluppo del territorio, è necessario avviare un intervento coordinato volto non solo alla loro salvaguardia e recupero, ma anche alla loro valorizzazione.
La Strategia è finalizzata a incrementare l’attrattività e la fruibilità degli itinerari culturali del Casentino da parte di residenti e visitatori, a piedi, in bicicletta o a cavallo, mediante la realizzazione di infrastrutture e attrezzature, sia tradizionali sia innovative, che, nel rispetto degli ecosistemi esistenti, possano migliorare l’esperienza di escursionisti, pellegrini, turisti e sportivi. Un’attenzione particolare è riservata alle persone disabili o con limitazioni funzionali per fare in modo che, mediante specifici accorgimenti e nella misura maggiore possibile, possano, accedere alla bellezza della Valle.
La Strategia, contestualmente a quanto previsto dalle successive strategie dell’Area Tematica 4 (“Insediamenti, spazio pubblico ed edifici”), intende essere di supporto al recupero e alla riconversione degli edifici storici e dei manufatti situati lungo i percorsi, con l’obiettivo di trasformarli in risorse attive per il territorio. Questi luoghi, una volta recuperati e restituiti alla collettività, potranno contribuire a consolidare un sistema turistico-culturale che rispetti la tradizione locale e ne promuova la conoscenza e la fruizione.
Il miglioramento della fruibilità degli itinerari culturali dovrà essere accompagnato da un piano di manutenzione, sia ordinaria sia straordinaria, dei sentieri e delle infrastrutture connesse, basato sull’utilizzo di materiali e strategie a basso impatto ambientale e finalizzato a garantire la sicurezza e la continuità della raggiungibilità e praticabilità a lungo termine.
Un altro obiettivo importante è creare nuove opportunità lavorative per i giovani del territorio, con effetti positivi sull’occupazione locale e lo sviluppo economico.
Parallelamente, si intende promuovere la tutela degli habitat naturali presenti lungo gli itinerari, salvaguardando la biodiversità e integrando misure volte a ridurre i rischi ambientali e antropici, al fine di mantenere un equilibrio sostenibile tra valorizzazione turistica e protezione dell’ambiente.
L’attuazione della Strategia potrebbe incontrare diverse difficoltà. Una delle principali, riguarda lo stato di abbandono delle aree interessate dagli itinerari. Le zone interne del Casentino, soprattutto quelle di alta collina e montagna che, come osservato, interessano gran parte dei tracciati, soffrono di uno spopolamento progressivo e di una scarsa presenza di presidi permanenti, rendendo difficile garantire la tutela a lungo termine dei siti storici e paesaggistici. La carenza di fondi, in particolare per le operazioni di manutenzione ordinaria, rappresenta un ulteriore ostacolo. Anche dal punto di vista amministrativo, potrebbero sorgere problemi legati alla frammentazione della gestione tra i diversi attori locali (pubblici e privati), con il rischio che la mancanza di coordinamento rallenti l’attuazione delle misure previste. Inoltre, la mancanza di consapevolezza o interesse da parte della comunità locale potrebbe ridurre l’impatto delle Azioni proposte. Il coinvolgimento attivo della popolazione è infatti cruciale per garantire il successo della Strategia. Infine, questioni legali e burocratiche, come la gestione delle proprietà fondiarie o la frammentazione delle competenze, potrebbero creare ulteriori ostacoli e ritardi nell’implementazione delle Azioni. Per superare queste difficoltà, è necessaria una forte cooperazione tra i vari enti coinvolti, sensibilizzare la comunità locale e cercare fonti di finanziamento innovative, anche con collaborazioni pubblico-private che possano supportare l’attuazione della Strategia a lungo termine.
I soggetti promotori di questa Strategia potrebbero essere: la Regione Toscana, l’Unione dei Comuni (Ecomuseo), i Comuni della Valle e i proprietari/gestori degli itinerari culturali. I soggetti attuatori saranno individuati sulla base delle peculiarità delle singole Azioni.
Alla Strategia S2_T3.1 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:
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P1. Conoscenza |
P2. Recupero |
P3. Salvaguardia |
P4. Valorizzazione |
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P5. Governance |
P6. Coesione sociale |
P7. Dotazioni di servizi |
P8. Gestione |
L’Azione si concentra sulla riqualificazione e sul ripristino degli habitat naturali e seminaturali lungo gli itinerari culturali del Casentino. Gli interventi previsti includono attività di rinaturalizzazione degli ecosistemi degradati, di recupero di agroecosistemi tradizionali in abbandono e delle loro dotazioni ecologiche (siepi, sistemazioni idraulico-agrarie, piccole aree umide, ecc.), di gestione sostenibile degli ecosistemi forestali attraversati, di controllo delle specie invasive e di mitigazione di locali fenomeni di erosione del suolo e dei rischi ambientali legati agli effetti dei cambiamenti climatici.
Gli obiettivi principali riguardano la valorizzazione della rete escursionistica come occasione per una gestione attiva degli habitat, degli ecosistemi e dei paesaggi attraversati, con particolare riferimento al mantenimento e al miglioramento degli habitat naturali, degli ecosistemi forestali e dei paesaggi rurali tradizionali.
L’individuazione delle aree da destinare a interventi attivi, o a specifiche forme gestionali, avverrà sulla base di un propedeutico studio sullo stato di conservazione degli habitat/ecosistemi/ paesaggi presenti nei corridoi/aree interessati dal passaggio della rete escursionistica.
Il coinvolgimento delle comunità locali appare essenziale per la manutenzione e gestione a lungo termine degli habitat recuperati e rappresenta la principale sfida per la sostenibilità degli interventi.
Il progetto “Rewilding Iberian Highlands” punta al ripristino degli ecosistemi e alla promozione di uno sviluppo economico sostenibile in un’area di 850.000 ettari, che si estende tra le province spagnole di Cuenca, Guadalajara e Teruel (nelle Comunità Autonome di Castiglia-La Mancia e Aragona). Tra gli obiettivi principali figurano la reintroduzione del grifone nero – specie chiave in grado di influenzare la struttura e le funzioni ecologiche dell’ecosistema – il recupero del pascolo naturale con cavalli selvatici e tauros, e la tutela delle foreste vetuste per favorire la biodiversità e il sequestro del carbonio. Il progetto mira, inoltre, a generare opportunità di ecoturismo e attività economiche basate sulla valorizzazione degli ecosistemi e dei processi naturali, contribuendo allo sviluppo delle comunità locali e alla resilienza ecologica del territorio.
I soggetti attuatori di questa Azione sono legati alla natura pubblica o privata delle aree attraversate. Nelle aree pubbliche l’Azione sarà di competenza dell’ente pubblico gestore (Unione dei Comuni, Parco Nazionale, Demanio statale, ecc.), mentre nelle proprietà private il soggetto proprietario potrebbe essere coinvolto in accordi con i soggetti pubblici, finalizzati al riconoscimento e pagamento del servizio economico offerto e a fornire contributi progettuali e tecnici adeguati. Per quest’ultimo aspetto potrebbero essere chiamati a collaborare anche esperti di specifiche discipline, quali naturalisti/biologi, agronomi/ forestali, paesaggisti, oltre che associazioni culturali e di volontariato locali, imprese e cooperative di comunità, consorzi forestali e agrari, enti di ricerca e università, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’Azione mira al recupero dei manufatti storici minori presenti lungo gli itinerari culturali, come muretti a secco, piccoli edifici rurali legati alla gestione forestale, strade e mulattiere (S2_T4.3 “Riutilizzo delle piccole costruzioni rurali abbandonate lungo gli itinerari culturali del Casentino come microstrutture di ospitalità”). L’obiettivo è restituire valore e funzione a questi elementi del paesaggio, preservandone l’integrità storica e culturale, recuperando antichi saperi e generando nuove opportunità occupazionali (S2_T2.3 “Potenziamento del sistema formativo territoriale per l’innovazione sostenibile dei saperi tradizionali”).
Relativamente a questa Azione possono segnalarsi le seguenti buone pratiche:
I soggetti attuatori di questa Azione potrebbero essere: imprese e cooperative di comunità, artigiani e maestranze specializzate (scalpellini, muratori, falegnami, fabbri, ecc.), associazioni culturali e di volontariato locali, enti di ricerca e università, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’Azione prevede la realizzazione di spazi, attrezzature e servizi lungo gli itinerari culturali – come aree di sosta, punti di approvvigionamento idrico, segnaletica interattiva e, ove possibile, servizi igienici – impiegando materiali e soluzioni costruttive a basso impatto ambientale e completamente reversibili. L’intervento include anche il recupero e la manutenzione delle strutture esistenti, valorizzando i saperi locali o introducendo sistemi tecnologici a emissioni zero, in linea con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Gli obiettivi principali riguardano: il miglioramento dell’accessibilità (raggiungibilità, praticabilità, comfort, orientamento e wayfinding, sicurezza d’uso, ecc.) degli itinerari per diverse categorie di visitatori, incluse le persone disabili e le persone con limitazioni funzionali, l’offerta di servizi di alta qualità per rendere l’esperienza di visita più confortevole e attrattiva durante tutto l’arco dell’anno, e il mantenimento in buono stato delle strutture esistenti per evitarne il progressivo degrado.
Il progetto “Skjervsfossen”, a cura dello studio Østengen & Bergo, valorizza una cascata naturale in Norvegia integrando con delicatezza percorsi accessibili, materiali locali e soluzioni a basso impatto ambientale. I percorsi e le strutture di sosta sono stati realizzati utilizzando materiali locali, come pietra e legno. La scala in pietra lungo la cascata offre una fruizione sicura e immersiva del sito, evidenziando il dialogo tra architettura e paesaggio naturale.
Per quanto concerne le esperienze volte a migliorare l’accessibilità di sentieri in un contesto storico di pregio, un riferimento di particolare interesse è rappresentato dagli interventi coordinati attuati presso i Parchi di Sintra, in Portogallo, grazie al progetto “Parques de Sintra Welcome Better“.
Per l’attuazione di questa Azione si potrebbero ipotizzare: imprese e cooperative di comunità, associazioni culturali e di volontariato locali, professionisti e tecnici specializzati (architetti, ingegneri, designer, esperti di accessibilità), artigiani locali, università e enti di ricerca, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’obiettivo di questa Azione è esaltare la bellezza paesaggistica del Casentino e aumentare l’attrattività turistica degli itinerari culturali attraverso l’identificazione, la protezione e la valorizzazione dei punti panoramici più suggestivi, la realizzazione/miglioramento delle aree di sosta e contemplazione del paesaggio, la previsione di installazioni reversibili per l’osservazione della fauna (ad es., capanni per il birdwatching).
L’Azione, inoltre, punta a educare e sensibilizzare i visitatori riguardo alla geomorfologia, alla flora e alla fauna locali tramite una segnaletica informativa efficace e rispettosa del contesto.
Il “Cardada Viewpoint”, in Svizzera, fa parte di un progetto di rigenerazione degli ambienti montani che combina architettura contemporanea e natura, offrendo viste suggestive sul Lago Maggiore e sulle Alpi. La segnalazione del patrimonio geologico e paesaggistico avviene attraverso postazioni informative che spiegano fenomeni come, ad esempio, la “Linea insubrica”, visibile dal punto panoramico. L’uso di tecnologie didattiche e segnaletica innovative permette ai visitatori di comprendere meglio l’evoluzione geologica e le trasformazioni del paesaggio circostante.
I soggetti attuatori di questa Azione potrebbero identificarsi in imprese e cooperative di comunità, associazioni culturali e di volontariato locali, paesaggisti, naturalisti/biologi, geologi ed ecologi, artigiani locali, enti di ricerca e università, operatori turistici locali, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’Azione prevede il rafforzamento dei legami tra il sistema delle imprese del settore agricolo e agroalimentare – di produzione, trasformazione (soprattutto di tipo artigianale) e somministrazione e vendita (ristoranti, bar, ecc.) – e la rete degli itinerari culturali. L’obiettivo è giungere ad un mutuo vantaggio: le imprese di produzione e somministrazione/vendita avrebbero l’opportunità di far conoscere e valorizzare i propri prodotti legati al territorio e i servizi ad essi connessi, mentre gli itinerari potrebbero offrire un servizio più completo ai propri fruitori, segnalando loro la possibilità di consumare e acquistare i prodotti del territorio e conoscere i luoghi di produzione.
L’Azione prevede, per ciascun itinerario e per l’intera rete, la creazione di spazi di progettazione condivisa tra imprese agricole e agroalimentari e i referenti degli itinerari culturali coinvolti, al fine di individuare le soluzioni organizzative e gestionali più efficaci. Tali soluzioni potranno spaziare dalla semplice segnalazione della presenza sul territorio di imprese attive nella produzione, trasformazione e fruizione di prodotti tipici, fino alla definizione e promozione di un “marchio ombrello” (S3_T1.1 “Sistema di segnalazione della qualità dei prodotti agroalimentari di origine”), che identifichi prodotti e servizi aderenti a uno standard di qualità territoriale, includendo aziende agroalimentari e artigianali, ristoranti, botteghe di prodotti locali e strutture ricettive. Si potranno inoltre attivare forme più strutturate e complesse, come la realizzazione di spazi espositivi e di vendita all’interno dei punti informativi degli itinerari (laddove presenti), o la creazione di punti collettivi di somministrazione e vendita diretta lungo i percorsi gestiti da associazioni e/o gruppi di produttori (A3_S4_T4.1 “Creazione di botteghe temporanee”). Questi interventi potranno avvalersi del recupero di manufatti dismessi (ad es., seccatoi, bivacchi) o della collaborazione con strutture ricettive extra-alberghiere già attive nella valorizzazione dei prodotti locali e nella costruzione di reti territoriali tra produttori, ospiti e comunità (T4.3 “Patrimonio costruito e forme di ospitalità extra-alberghiera”).
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Un esempio interessante a riguardo è la Rete dei Servizi del Cammino Materano, una rete di servizi promossa dall’associazione privata omonima. La Rete fornisce una certificazione annuale agli operatori economici (strutture ricettive, ristoranti e servizi turistici) che rispettano determinati standard di qualità. In cambio di un contributo annuale di partecipazione al progetto, il soggetto gestore della rete mette a disposizione degli operatori aderenti uno spazio negli elenchi delle guide cartacee e una scheda dedicata sul portale web, nella quale, accanto alla georeferenziazione dell’attività, sono indicati i dettagli del servizio offerto. Agli operatori aderenti è richiesta l’adesione a degli standard minimi di qualità, la disponibilità ad offrire tariffe calmierate ai camminanti e l’impegno a promuovere i prodotti del territorio e le attività e i servizi promossi dagli altri operatori aderenti alla Rete.
Un’altra iniziativa interessante è svolta presso il tratto galiziano del Cammino di Santiago de Compostela, sul cui sito internet sono elencati e geolocalizzati i principali mercati e negozi locali dove è possibile acquistare prodotti agroalimentari tipici, nonché i laboratori di artigianato tipico della regione aperti al pubblico e visitabili, individuabili in qualsiasi punto del Cammino attraverso l’applicazione per cellulari “Obradoiros abertos”. Una cinquantina tra questi negozi e laboratori aderiscono alla Rede do Comercio Rural Galego [LINK NON FUNZIONA] offrendo, tra le altre cose, prodotti freschi locali, prodotti a denominazione di origine ed ecologici e prodotti dell’artigianato locale.
L’attuazione di questa Azione potrebbe essere affidata ai seguenti soggetti: imprese agricole e agroalimentari locali (aziende agricole, caseifici, salumifici, panifici, birrifici artigianali, produttori di miele, ecc.), ristoranti, botteghe e strutture ricettive, associazioni culturali e di volontariato locali, consorzi di tutela dei prodotti tipici, enti di formazione e università, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’Azione prevede l’attivazione di laboratori tematici con università e enti di ricerca per elaborare nuove idee e proposte per migliorare l’esperienza dei viandanti lungo gli itinerari culturali del Casentino. Attraverso il confronto con artigiani locali saranno esplorati nuovi approcci alla progettazione e alla produzione di attrezzature e servizi a supporto dei fruitori. Attraverso l’applicazione delle tecnologie digitali (come la visualizzazione 3D, la stampa additiva, la realtà aumentata e la simulazione virtuale) e la rein-terpretazione creativa di materiali e tecniche tradizionali, i laboratori potranno costituire luoghi di creatività e innovazione portando il mondo della ricerca a dialogare con i saperi locali nel contesto della valorizzazione del paesaggio casentinese
I soggetti attuatori di questa Azione potrebbero essere: università e enti di ricerca, laboratori di fabbricazione digitale e innovazione tecnologica, artigiani locali e imprese del settore edilizio e della lavorazione dei materiali tradizionali, imprese e cooperative di comunità, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’Azione prevede la creazione di un cantiere-scuola dove i partecipanti, guidati da esperti (in particolare artigiani del posto), possano apprendere le tecniche tradizionali di costruzione e manutenzione dei sentieri e dei sistemi tecnologici collaterali (ad es., muretti a secco, piccole sistemazioni forestali, caditoie, ecc.). L’obiettivo è preservare e trasmettere saperi locali, creare opportunità formative per i giovani, favorire l’occupazione in settori legati alla manutenzione del territorio e garantire nuove forme di gestione sostenibile degli itinerari culturali nel rispetto delle tecniche costruttive tradizionali (S2_T4.1 “Recupero di tracciati storici tra insediamenti e/o emergenze architettoniche”).
È interessante segnalare la piattaforma multimediale DAM (Digital Asset Management) in corso di realizzazione da parte della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti culturali del Ministero della Cultura che aspira a diventare uno strumento per la promozione e divulgazione dell’attività di formazione nel patrimonio culturale attraverso i cantieri-scuola
L’attuazione di questa Azione potrebbe essere affidata a artigiani locali e maestranze specializzate, imprese e cooperative di comunità, associazioni culturali e di volontariato locali, enti di formazione professionale e università, consorzi forestali e agrari, eventualmente coordinati e supportati dal Parco Nazionale, dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
L’Azione è volta all’implementazione di un sistema di gestione e monitoraggio collaborativo che preveda strumenti di raccolta di dati, valutazione continua e revisione periodica delle attività di gestione degli itinerari. Un efficace sistema di monitoraggio dei percorsi può consentire di rispondere con immediatezza ai cambiamenti e alle criticità, assicurando una gestione proattiva e sostenibile nel tempo. Questo sistema si basa sui principi del crowdsourcing, coinvolgendo attivamente visitatori e comunità locali nella raccolta e condivisione di informazioni utili alla manutenzione, gestione e valorizzazione degli itinerari.
Attraverso fotografie e video inviati dai visitatori, raccolti nell’ambito di un approccio crowdsourcing ed eventualmente analizzati tramite intelligenza artificiale (AI), la piattaforma può permettere di identificare elementi e situazioni di degrado e la necessità di interventi manutentivi.
La piattaforma potrebbe anche offrire un sistema di premi (token), riscattabili in cambio di gadget o servizi locali, motivando i visitatori a contribuire alla cura degli itinerari e stimolando la partecipazione e la collaborazione delle imprese e delle cooperative locali.
Tra le buone pratiche si segnalano:
I soggetti attuatori di questa Azione potrebbero identificarsi in università e enti di ricerca, imprese tecnologiche e startup digitali, associazioni culturali e di volontariato locali, per la promozione della piattaforma, imprese e cooperative di comunità, operatori turistici e strutture ricettive, eventualmente coordinati e supportati dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, dal GAL Appennino Aretino e dai Comuni del Casentino.
Ultimo aggiornamento
23.10.2025